
Il piacere di leggere / Bergamo Città
Lunedì 06 Ottobre 2025
La cine-indagine di Girolami: cuore, tecnica e amarcord
LA RECENSIONE. Il libro, introdotto da una prefazione di Franco Nero, si articola in una serie di interviste ad alcuni personaggi chiave: a partire da Castellari (si riporta il resoconto godibilissimo di una visione padre-figlio del film), per proseguire con Nero, il caratterista e stunt Massimo Vanni.
C’era una volta il cinema italiano. Un cinema che non era rappresentato soltanto da qualche manciata di autori, ma era frutto di un’industria dell’immaginazione. Durante questa vivace stagione, che si arrestò bruscamente nel corso degli anni ’80, nacquero titoli che ancora oggi restano nella memoria dei cinefili e hanno fatto scuola. Uno di questi è «La polizia incrimina la legge assolve», uscito nelle sale nel 1974 con la firma di Enzo G. Castellari. Oggi il figlio, Andrea Girolami (sì, va chiarito che la G. di Castellari sta per Girolami, una scelta per distinguersi dagli altri parenti nel ramo cinematografico) ha deciso di condividere conoscenze e competenze per ricostruire n el libro «La polizia incrimina la legge assolve - il film che ha creato un genere» il dietro le quinte di un film che è stato, appunto, un riferimento per il genere poliziesco, in Italia e all’estero.
Pur partendo dalla suggestione di «French connection» (ossia Il braccio violento della legge del 1971), il film di Castellari si innesta completamente nella realtà italiana degli anni ’70 e ne riflette l’umore plumbeo e il carattere incendiario attraverso una storia d’azione a tinte forti. La lotta alla criminalità e alla corruzione vede infatti gli alfieri della giustizia circondati da insidie a mano armata e oscure trame. Il poliziotto senza macchia, il commissario Belli incarnato da Franco Nero, è costretto a pagare un pesante pegno per far trionfare il suo ideale. Il film fu campione di incassi, sbaragliando la concorrenza sulle piazze cinematografiche più ambite. Girolami rende omaggio all’intera operazione architettata dal padre, componendo un racconto non tradizionale, un libro che ha più l’aspetto di un’indagine sul sentiero dei ricordi.
A partire dai suoi, dal suo entusiasmo sul set: «Ho il Cinema davanti a me. Sono circondato dal Cinema... Sono nel Cinema in prima persona». Il libro, introdotto da una prefazione di Franco Nero, si articola in una serie di interviste ad alcuni personaggi chiave: a partire da Castellari (si riporta il resoconto godibilissimo di una visione padre-figlio del film), per proseguire con Nero, il caratterista e stunt Massimo Vanni, la parrucchiera Giusy Bovino (personaggio chiave), il musicista Guido De Angelis e altri.
Ogni colloquio gronda di aneddoti e piccole rivelazioni. Una sezione è dedicata a foto di scena e scorci del set, allora e oggi. Chiude il trattamento (vero dono per gli studenti di cinema) che precede la sceneggiatura definitiva. Il libro ha quindi la forma di un dossier. Proprio come il dossier cruciale sottratto al commissario Scavino (James Withmore). Ma con tutto il cuore di un cinefilo purosangue.
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