
Il piacere di leggere / Bergamo Città
Lunedì 20 Ottobre 2025
Ritratto di una giovane coppia in cerca di felicità
IL LIBRO. Nulla come incontrarsi in una terra straniera può aiutare a stringere un rapporto facendo casa l’uno dell’altro ed è quello che accade a Asya e Manu, entrambi stranieri che si ritrovano fianco a fianco all’Università.
L’iniziale diffidenza si trasforma in passione e poi in un legame stretto nel quale l’uno è necessario all’altro, in una simbiosi tanto eccezionale quanto naturale. «Gli antropologi» è la terza opera di Ayşegül Savaş, scrittrice turca, nata ad Istanbul ma di casa in tutta Europa (vive ormai da tempo a Parigi dopo anni trascorsi negli Stati Uniti e in Danimarca). Pubblicato negli Stati Uniti nel 2024, il romanzo arriva ora in Italia da Feltrinelli per l’efficace ed empatica traduzione di Gioia Guerzoni.
Il centro della storia, per certi versi classica se non ovvia, diviene così la ricerca di una casa. La coppia ha bisogno di uno spazio di rifugio e protezione, ma anche di un luogo in cui organizzare le basi di una relazione che mese dopo mese, anno dopo anno, presenta sempre
Non resta così ad Amy e Manu che inventarsi e in fondo giocare un po’ all’essere adulti in un’epoca che tutto comprende meno la maturità e l’età adulta
più solidità. La voce narrante è quella di Asya, la sua è una descrizione analitica, quasi compilativa delle loro giornate, lei antropologa e documentarista prova a mappare i rituali e la struttura della loro giornata, tra sacro e profano, bisogno di protezione e impulsi di fuga. Ironico, leggero, densamente attraversato da un sentimentalismo mai di maniera, ma potente e struggente, «Gli antropologi» offre il ritratto di una coppia di giovani in un tempo che tutto offre meno che sicurezze e certezze. Un tempo fatto di confini difficili da superare (fuori e dentro sé stessi) e da obblighi che assumono sempre più la forma di una condanna imprevista. Non resta così ad Amy e Manu che inventarsi e in fondo giocare un po’ all’essere adulti in un’epoca che tutto comprende meno la maturità e l’età adulta. A tratti la scrittura di Ayşegül Savaş ricorda quella di George Perec là dove la tecnica e l’analisi assume la forma del gioco - empaticamente con i suoi giovani protagonisti - e a tratti della derisione di tanta obbligata serietà e moralità sociale.
Ma ovviamente non è tutto qui, perché quella di Savaş è una voce inedita e potente, una scoperta capace di andare oltre i racconti già pubblicati brillantemente su prestigiose riviste come il «New Yorker», per arrivare ad una forma romanzesca piena e solida. «Gli antropologi» è il racconto delicato della nascita di una coppia e quindi di nuovi riti e convenzioni, che vanno a scardinare quelli vecchi delle famiglie precedenti. L’ennesimo tentativo, umanissimo, di raggiungere la felicità.
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