Nadia Ghisalberti: «L’effetto Capitale della Cultura si avverte già»

Interviste allo specchio. Questa intervista è parte del progetto «Interviste allo specchio», condiviso con Il Giornale di Brescia e nato in occasione del 2023, l’anno che vede i due capoluoghi uniti come Capitale della Cultura 2023. Ogni domenica i due quotidiani propongono l’intervista a due personaggi autorevoli del mondo culturale (nell’accezione più ampia), uno bergamasco e uno bresciano, realizzate da giornalisti delle due testate. Di seguito trovate l’intervista al personaggio bergamasco. Per scoprire il contenuto dell’intervista all’omologo bresciano, invece, vi rinviamo a Il Giornale di Brescia: il link in fondo all’intervista.

«La Capitale della Cultura ci lascerà un senso di appartenenza, il riconoscersi nel proprio patrimonio, nella propria storia». È già tempo di primi bilanci per Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura del Comune di Bergamo. «In questo primo mese c’è stata una partecipazione più intensa alle iniziative della città». Dopo la festa di apertura, tantissimi i bergamaschi che si sono messi in coda anche per ammirare luoghi e palazzi illuminati. Un successo, «inaspettato per dimensioni», ammette l’assessore. «Finora ci sono stati eventi molto diversi, si è riusciti ad arrivare a tante sensibilità perché la cultura è fatta da tante visioni, tante sfumature».

Un percorso che avete voluto fare con Brescia, mettendo da parte diffidenza e rivalità da derby...

«Nel confronto con Brescia mi sono molto ritrovata e questo ha facilitato l’incontro tra due città che, per la verità, non si sono mai molto “incontrate”, ma che hanno molto in comune, per storia e valori. Avremmo potuto essere Capitali, abbiamo voluto essere una Capitale, per crescere insieme».

Il colore politico delle due amministrazioni comunali vi ha aiutato.

«Non solo, anche la lunga esperienza dei due sindaci, l’affinità personale e l’empatia che si è creata nella cabina di regia».

Lei è assessore alla Cultura di Bergamo da nove anni. Come è cambiata l’offerta culturale della città?

«In meglio o in peggio, non spetta a me dirlo. Ma è sicuramente cambiata. Le associazioni e le realtà culturali sono cresciute in capacità gestionale e proposte. Penso al Donizetti Opera che attira spettatori dall’estero o alla Gamec che si prepara ad un salto importante con la nuova collocazione al palazzetto dello sport. Con la Capitale ci poniamo l’obiettivo di offrire progetti di caratura nazionale e internazionale».

A proposito di progetti internazionali. Il regista Premio Oscar Quentin Tarantino il 6 aprile sarà a Brescia per presentare il suo primo lavoro di saggistica. Brescia ha puntato più sui grandi nomi e Bergamo sugli eventi?

«La sonorizzazione dal vivo di “Psycho” di Hitchcock, in anteprima italiana, il 10 marzo al Donizetti è sold out, tutti gli eventi ad oggi previsti lo sono. Tarantino è un grande nome, noi siamo in attesa della programmazione della nostra Fiera dei librai».

Bergamo ha già avuto una ribalta nazionale con «Raffa in the Sky», l’opera lirica dedicata a Raffaella Carrà che verrà proposta a settembre. Non sono però mancate le polemiche...

«Le polemiche “fanno bene” perché è corretto confrontarsi sui costi e le finalità. Abbiamo chiarito che la spesa è sostenuta interamente da sponsor privati. E non credo sarà uno spettacolo così di rottura, la Carrà è stata una grande protagonista della tv che è entrata nelle case di tutti gli italiani».

Restiamo sulle polemiche. Nello spettacolo inaugurale della Capitale è stata notata l’assenza di Papa Giovanni XXIII tra i personaggi che hanno fatto grande Bergamo che sono stati citati.

«Credo che non sarebbe stato giusto inserirlo in un contesto pop, e se lo avessimo fatto avremmo forse ricevuto altrettante critiche. Ci tengo a sottolineare la collaborazione con le Diocesi di Bergamo e Brescia. Quando abbiamo ricevuto il titolo di Capitale sono state le prime a mettersi in gioco con una proposta condivisa».

Fondamentale il gioco di squadra.

«Mettere insieme Fondazioni e istituzioni diverse di Bergamo e Brescia è stato facilitato dal lavoro di rete che già era stato fatto in entrambe le città.Il confronto tra le diverse realtà lo abbiamo iniziato prima del Covid ed è stato utilissimo durante la pandemia. La rete era quindi già strutturata e pronta per affrontare la sfida Capitale».

Parliamo di musei, si avverte già l’effetto Capitale?

«La Capitale sta facendo bene a tutti, la Carrara se mantiene questo passo raggiungerà le 100mila presenze a fine anno, bene anche la Gamec e tutti gli altri musei. Il Caffi si prepara poi alla grande mostra dedicata a Beltrami».

Avete però deciso che i musei non saranno gratis per l’anno della Capitale.

«Bergamo ha quasi la metà dei residenti di Brescia, ma ha un hinterland più popoloso che gravita sulle nostre istituzioni culturali. Sarebbe ridicolo fare differenze tra chi vive in città e chi vive fuori. Noi comunque garantiamo la gratuità fino a 18 anni».

Solo una questione di equità?

«È anche un discorso economico, il ticket è un sostegno al museo».

La Capitale quanti turisti porterà?

«Puntiamo a un 20% in più di turisti, è un obiettivo ambizioso perché lo confrontiamo con i numeri del 2019 (2,4 milioni di presenze ndr). Ma Orio ci facilita e oltre a collegarci con l’Europa, fa “viaggiare” idee e sensibilità diverse».

Leggi qui l’intervista alla vicesindaca del Comune di Brescia Laura Castelletti, pubblicata anche sul nostro giornale L’Eco di Bergamo in edizione cartacea.

© RIPRODUZIONE RISERVATA