Botte dopo la discoteca, il giovane fermato era stato arrestato per rissa già nel 2020

Resta gravissimo il 32enne aggredito domenica dopo un incidente nel Bresciano. Il presunto autore lo scorso anno finì ai domiciliari per il pugno sferrato a un 69enne a Paderno.

Era già finito agli arresti domiciliari per un episodio simile, Giancarlo Gramendola, il ventiduenne di Calusco d’Adda fermato domenica 7 novembre dalla squadra mobile di Brescia con l’accusa di tentato omicidio . Alle 5,15 di quella mattina, secondo l’accusa, il giovane avrebbe aggredito un 32enne di Brembate, Carlo Ferrandi, dopo un incidente stradale con lievi conseguenze a Corte Franca, nel Bresciano, nei pressi della discoteca Number One dove Gramendola aveva passato la serata. Secondo la contestazioni, il giovane di Calusco avrebbe rifilato una serie di pugni violentissimi al capo al 32enne di Brembate che è finito in ospedale in gravissime condizioni.

Il precedente

Dai precedenti a carico di Gramendola è emerso un recente fatto che ricorda nella dinamica quanto accaduto due giorni fa. Era il 19 agosto del 2020 e una violenta rissa era esplosa all’esterno del Garage cafè di Paderno d’Adda, nel Lecchese. Otto persone, come era stato documentato dalle telecamere esterne del locale, si erano affrontate a mani nude dopo una discussione degenerata: da una parte un gruppo di soggetti residenti nella zona di Merate (Lecco), dall’altra alcuni bergamaschi, tra cui Gramendola. Secondo la ricostruzione allora compiuta dai carabinieri di Merate, il 22enne di Calusco avrebbe sferrato un pugno a un 69enne che era caduto a terra battendo il capo e finendo all’ospedale in prognosi riservata.

La Procura di Lecco e i militari della Compagnia di Merate erano risaliti ai presunti partecipanti alla rissa. Erano così scattate, a fine agosto 2020, le ordinanze di custodia cautelare: Gramendola era finito agli arresti domiciliari. A due altri giovani era stato invece notificato l’obbligo di dimora: si tratta di L. C., 29enne di Calusco d’Adda, e D. R., 37 anni, di Merate, figlio del 69enne rimasto ferito. Tutti e tre i soggetti interessati dai provvedimenti erano già noti alle forze dell’ordine. In particolare, Gramendola risultava indagato a piede libero per spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini sull’episodio di Paderno avevano riguardato anche il 69enne ferito, denunciato a piede libero per rissa, così come un 27enne di Medolago, un 37enne e un 39enne di Robbiate e un 38enne di Merate.

Per quanto riguarda i fatti di domenica, martedì 9 novembre alle 14,30 Gramendola, difeso dall’avvocato Carlo Fontana, verrà interrogato in carcere dal gip Beatrice Parati, che dovrà pronunciarsi sulla convalida del fermo.

In prognosi riservata

Per il momento per la rissa di Corte Franca non risultano altri indagati. Da una prima ricostruzione sembra che il 22enne non fosse sulle auto coinvolte nell’incidente: sarebbe intervenuto perché conosceva gli occupanti di una delle due vetture (tutti reduci dalla serata al Number One) e, sempre stando alle accuse, avrebbe seguito e questionato con Ferrandi perché l’aveva visto allontanarsi dal luogo dell’incidente (il 32enne lo aveva fatto per impellenti bisogni fisiologici).

Le condizioni del ferito, ricoverato agli Spedali Civili di Brescia in prognosi riservata, sono ritenute molto gravi. Al vaglio dei poliziotti della Mobile bresciana ci sono anche le immagini riprese con il telefonino da una ragazza.

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