Colture innovative con poca terra e acqua: la sfida a Sotto il Monte

Il progetto. Casa Clelia utilizza un nuovo sistema di coltivazione in verticale: la tecnica sperimentata in Arizona è promossa da Eleonora e il marito Alex.

Buoni sono buoni. In più hanno quel sapore vero di ortaggio appena raccolto. E sono cresciti utilizzando meno acqua, in uno spazio ridotto al minimo, molto velocemente e senza l’utilizzo di pesticidi e sostanza chimiche. Spinaci, cavolfiori verze, finocchi, prezzemolo: tutto ciò che si può coltivare in questa stagione. Forse un giorno verranno anche venduti. Per ora finiscono nei piatti dell’agriturismo Casa Clelia, a Sotto il Monte, la prima e unica azienda italiana che utilizza la coltivazione aeroponica in verticale e unico rivenditore di Tower farms certificato in Italia, in collaborazione con Agrotonomy Tower Farms.

Eleonora Masseretti e il marito Alex Hornung negli ultimi anni hanno lavorato per esportare nel nostro Paese un progetto già avviato in Arizona, grazie al cofinanziamento del Dipartimento agricoltura del Tennessee, e poi replicato in Spagna, dove loro vivevano prima di trasferirsi a Sotto il Monte per prendere in mano le redini dell’azienda agricola di famiglia. Lo scorso autunno hanno realizzato la loro serra aeroponica in verticale: una piccola serra stagionale di 112 metri quadrati, con 50 torri, per un’occupazione reale di 50 metri quadrati, dove possono essere coltivate fino a 3.700 piante e che in estate verrà implementata visto che permette di coltivare fino a 160 varietà di frutta e verdura.

«Questo sistema – spiega Eleonora – ci permette di coltivare frutta e verdura, ma anche erbe e fiori più che biologici, risparmiando dal 75 al 90% di spazio, garantendo una crescita tre volte più veloce e con il 30% di crescita maggiore rispetto alle coltivazioni in suolo». E con il 98% in meno di acqua utilizzata, che con i cambiamenti climatici in atto e l’acqua che scarseggia è un fattore determinante.

«Prima d’importare il sistema in Italia – continua Eleonora – siamo andati a vederlo di persona per assicurarci che i prodotti finali rispondessero agli standard qualitativi della nostra azienda agricola. E non solo i prodotti sono buoni, ma hanno un potere nutrizionale fino al 60% maggiore».

Più sostenibile

Un metodo di coltivazione, quindi, più sostenibile, più tecnologico, più efficiente e più semplice, destinato a cambiare il volto dell’agricoltura del futuro: «Crediamo fortemente nel progetto – conclude Eleonora -. Non solo può dare risposte importanti alle problematiche relative alla sicurezza alimentare ed è garanzia della strategia voluta dall’Unione Europea “dal produttore al consumatore” verso cui si spinge da anni con forza, ma può anche rappresentare un’opportunità importante per tutti quei giovani che possono intraprendere un percorso nel settore agricolo senza dover investire cifre troppo importanti e senza allontanarsi dal proprio territorio».

Il progetto ha da subito avuto il sostegno dell’Amministrazione comunale e in particolare dall’assessore a Istruzione, turismo e commercio, Deborah Biffi, e ha riscosso anche il plauso dei vertici di Slow food e dell’assessore regionale all’Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi, Fabio Rolfi, che nelle scorse settimane ha visitato personalmente la serra aeroponica definendola «una finestra sul futuro». «Che bello – ha scritto Rolfi – vedere giovani appassionati al mondo agricolo creare la propria azienda e farsi ambasciatori dell’agricoltura lombarda».

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