Trovato vicino ai binari. Era morto da venti giorni

PONTE SAN PIETRO. La vittima è uno straniero di 45 anni. Un malore la causa più probabile. Riconosciuto dal permesso di soggiorno. L’auto a Presezzo.

Lo hanno trovato senza vita qui, sotto il cavalcavia che porta al policlinico San Pietro, a pochi metri dai binari della Bergamo-Lecco. Un angolo di degrado a 300 metri dalla stazione di Ponte San Pietro, occultato alla vista di chi passa in via XI Febbraio - la strada verso la frazione di Locate - da un muretto vandalizzato dai writer, che in queste settimane ha funzionato anche da pietosa quinta. Nessuno s’è accorto del cadavere, che in questo posto ci stava almeno da una ventina di giorni. È il corpo di uno straniero di 45 anni, sparito dal suo domicilio da un mese. L’uomo bazzicava i paesi dell’Isola, Bonate Sotto e Chignolo in particolare. La sua auto è stata trovata a Presezzo.

La ricostruzione di quanto accaduto

L’hanno scoperto venerdì a mezzogiorno gli operai manutentori intenti a tagliare la siepe lungo la massicciata. Hanno dato l’allarme, avvertendo le forze dell’ordine. La polizia ferroviaria, che si occupa delle indagini, l’ha identificato grazie al permesso di soggiorno (non scaduto) che aveva con sé. Sul corpo non c’erano apparenti segni di violenza; dunque, nessun omicidio è ipotizzato allo stato, né un investimento da parte di un convoglio. Un malore è la causa più probabile del decesso, e si dovrà stabilire se magari a originarlo sia stata un’overdose, visto che la zona è frequentata da spacciatori e tossicodipendenti e il punto dove è morto il 45enne, così al riparo da occhi indiscreti, è l’ideale per chi vuole assumere sostanze stupefacenti (di siringhe, comunque, non ne sono state trovate). Per fugare anche i minimi dubbi, il pm Gianpiero Golluccio ha comunque disposto l’autopsia. La salma è stata così trasferita all’ospedale Papa Giovanni, in attesa che venga fissato l’esame autoptico.

Morto da solo, in un luogo squallido, con le auto e qualche pedone che passavano a pochi metri, oltre il muretto, e i treni che sfrecciavano lì accanto, senza che in queste tre settimane nessuno tra passeggeri e macchinisti sia riuscito a notarlo. Il 45enne ha trovato la sua fine sotto le campate di un cavalcavia disseminato di degrado e disperazione, un posto per fugaci attimi di sballo sporco e povero, dove nessuno in questi ultimi tempi aveva osato bivaccare per più di qualche ora.

Tre paia di scarpe da ginnastica sfondate, uno di scarponcini antinfortunistica semi nuovi, due pedule da trekking usurate, cartacce, vecchie riviste, uno stendibiancheria arrugginito, bottiglie vuote di vodka e brandy con etichette da discount, lattine di birra, magliette e biancheria ridotti a stracci, una bottiglia da un litro e mezzo di acqua, sacchetti di rifiuti. È in questo puzzle di oggetti abbandonati che è venuto a trovare la sua fine il 45enne. Un uomo che negli ultimi tempi aveva scelto di vivere nel vuoto, sentendosi forse un po’ detrito pure lui.

© RIPRODUZIONE RISERVATA