Le «postine» dei libri e degli auguri tessono la rete di una città inclusiva

Le storie della Buona Domenica Associazione San Paolo in Bianco: Irene, Sasha e Souha collaborano con i Centri socio-culturali dei quartieri

Ogni mercoledì Irene, Sasha e Souha si trasformano in «postine dei libri». Vanno alla biblioteca Tiraboschi e ritirano i volumi e i dvd richiesti dai Centri socio culturali dei quartieri cittadini e da privati. Poi, in modo preciso e diligente, si dedicano a consegnarli in Borgo Palazzo, Pignolo, Celadina, Monterosso, Villaggio degli Sposi, Malpensata, Longuelo e Grumellina. Svolgono lo stesso servizio anche per il signor Giovanni, che vive nella zona di Celadina, perché a causa dei suoi problemi di salute, lui non può ritirare di persona i testi che desidera prendere in prestito. «Gli portiamo sempre libri molto voluminosi - osserva Sasha, 18 anni - e ogni tanto gli chiediamo di riassumerli brevemente per noi». Lui le aspetta con trepidazione, perché la lettura rappresenta una potente medicina contro la solitudine, una passione che rende più piacevole e ricca la giornata e seppure il corpo è fragile permette di continuare a viaggiare con l’immaginazione.

Occasione per una chiacchierata

«Ci fermiamo volentieri per qualche minuto a chiacchierare» spiega con un sorriso Sasha, studentessa del corso per odontotecnici dell’istituto «Leonardo da Vinci». Lo scorso Natale gli ha regalato un segnalibro disegnato da lei, con un autoritratto: «Mi sono rappresentata come una ballerina, con le scarpe a punta, perché la danza è la mia grande passione. Per il mio compleanno ho chiesto a mia madre di portarmi all’Opera di Parigi proprio perché adoro il balletto. Volevo lasciare al signor Giovanni qualcosa, perché si ricordasse di me». A Monterosso invece la squadra di Irene, Sasha e Souha rifornisce il circolo di lettura: «È costituito da un gruppo di signore - dice Sasha - che leggono lo stesso libro, di cui quindi richiedono alle biblioteche molte copie, e poi ne parlano».

Non è un semplice incarico di recapito, ma un’occasione per creare relazioni

Tirocini con gli universitari

Non è un semplice incarico di trasporto e recapito, ma un’occasione per creare relazioni. Queste tre «postine» compongono infatti una delle squadre dell’associazione San Paolo in Bianco, che promuove «tante attività di socialità e inclusione per la comunità», coinvolgendo ragazzi autistici, con fragilità e con disabilità «ma anche senza», come spiega la responsabile Silvia Galimberti. Silvia ha un figlio autistico, Jacopo. Il primo nucleo dell’associazione è nato intorno a lui, poi pian piano si è allargato ad altri. La collaborazione con il servizio bibliotecario urbano è iniziata con la pandemia ed è un buon campo di prova per i ragazzi «con e senza fragilità»: «Da qualche mese - sottolinea Silvia - abbiamo attivato anche i tirocini con gli studenti delle scuole superiori e dell’Università, con la possibilità di ottenere crediti formativi. Siamo convinti che confrontarsi con tante differenze e impegnarsi a creare una vera inclusione siano ottimi banchi di prova per tutti: arricchiscono, sviluppano e migliorano l’empatia, spingono a trovare soluzioni nuove e aiutano a crescere».

Il rione non è più un mistero

Dopo la consegna dei libri, la squadra di postine a volte si concede un aperitivo al bar dell’oratorio di San Paolo, che è punto di snodo anche di altre iniziative, ed è qui che le abbiamo incontrate. «Collaboriamo con la parrocchia - chiarisce Irene, assistente educatrice, che affianca Sasha a scuola e nel gruppo - a preparare e a distribuire i biglietti di auguri destinati agli anziani ultraottantenni». Anche questa è una sfida che richiede un po’ di coraggio: «Non sempre - osserva Souha, 16 anni, studentessa dell’istituto Galli - siamo bene accolti. A volte ci guardano con sospetto, non sapendo chi siamo». Il quartiere è grande ed è secondo nella classifica cittadina per la presenza di anziani. «Ci sono tante persone sole - continua Souha - e vivono in condomini che sembrano piccole città, in cui i vicini non si incontrano mai». Camminare per le vie del quartiere aiuta i ragazzi a costruire mappe che uniscono luoghi concreti, atmosfere, sentimenti, e a decifrare meglio le caratteristiche del territorio: «Vengo da Torre Boldone - chiarisce Sasha - ma ormai questa zona non ha più segreti per me». C’è voluto, comunque, un po’ di tempo: «Una volta - ricorda Souha - ci siamo persi alle Terrazze Fiorite, ci sembrava che ci fossero tutti i numeri civici tranne quello che cercavamo, alla fine però l’abbiamo trovato».

Galimberti: «Organizziamo tante attività coinvolgendo ragazzi autistici»

Sasha a volte si sente «diversa», ma in questo gruppo sta bene ed è apprezzata per la sua allegria e la sua vivacità. Frequenta l’associazione da quasi un anno e ci è arrivata grazie al passaparola: «Ho conosciuto tante persone - racconta - e ho imparato cose nuove». La consegna dei libri e degli auguri, dice Souha «è anche un’occasione per conoscerci tra noi e fare amicizia. In macchina ascoltiamo musica, a preparare la playlist è Sasha. Dobbiamo ricordarci a vicenda gli appuntamenti, gli orari delle consegne. È come un lavoro, un impegno fisso settimanale a cui dedicare cura e attenzione».

Il «Laboratorio Bimby»

Grazie al «Laboratorio Bimby» si sono cimentate anche con la cucina: «Ci siamo avvicinate a questo robot che mischia gli ingredienti e cuoce - afferma Silvia - facile da usare, con comandi visivamente riconoscibili, quindi adatti anche ai giovani autistici. Imparare a preparare diverse ricette incoraggia la loro autonomia. Per il futuro abbiamo il sogno di trasformarla in un’attività più strutturata di somministrazione, in cui i partecipanti abbiano la possibilità di vendere il cibo che producono, vedendo quindi retribuito il proprio lavoro. È un aspetto molto importante anche per rafforzare la loro autostima e offrirgli una possibilità di realizzazione personale», incoraggiati anche dal successo ottenuto da esperienze analoghe in altre città italiane. «La nostra squadra è stata la prima a provare il Bimby - sorride Sasha - abbiamo preparato le polpette. Il robot macina la carne, impasta e poi cuoce. Erano molto buone, le ho portate a casa e sono piaciute anche a mia madre e ai miei fratelli».

«Ci siamo avvicinate a questo robot che mischia gli ingredienti e cuoce facile da usare, con comandi visivamente riconoscibili, quindi adatti anche ai giovani autistici»

Mentre parliamo Sasha, Irene e Souha disegnano: «Stiamo preparando - spiegano - i chiudi-pacco e i biglietti d’auguri per Pasqua. Sono per la nostra bancarella di raccolta fondi per l’associazione, oggi e il 3 aprile. Prepariamo anche la pasta colorata usando il Bimby, oggi facciamo una maratona di cucina». Cucinare è divertente e rilassante e offre soddisfazioni immediate: «A volte - dice Souha - mangiamo insieme ciò che abbiamo preparato». Ogni mese c’è un incontro che riunisce tutte le squadre, ragazzi, volontari ed educatori: un aperitivo oppure una pizzata. «Queste serate sono molto divertenti - commenta Souha - sono momenti allegri, mangiamo e partecipiamo a giochi a quiz per conoscerci meglio».

Ogni mese c’è un incontro che riunisce tutte le squadre, ragazzi, volontari ed educatori: un aperitivo oppure una pizzata

A inventare le domande sono i giovani volontari che organizzano questi appuntamenti, molto attesi da tutti.«Sono momenti di incontro allegri e informali - commenta Silvia - a cui partecipano in molti, in genere ci sono una ventina di ragazzi. Per facilitare le relazioni fra loro e per aiutarli a conoscersi meglio prepariamo sempre alcune attività di animazione. Il gioco delle domande si basa su un’estrazione. I nomi dei partecipanti vengono scritti su bigliettini piegati con cura e collocati in una scatola. Così avvengono incontri nuovi e casuali, e il gioco costituisce un invito a chiacchierare con persone diverse dal solito, che non fanno parte della propria squadra e non si frequentano abitualmente, superando paure, timidezze e difficoltà personali».

Presto la spesa a domicilio con Coop

L’associazione non si ferma mai, ed è già pronta a partire una nuova impresa: «Abbiamo raggiunto un accordo con Coop Lombardia - annuncia Silvia - perciò i ragazzi aiuteranno a consegnare la spesa a domicilio a persone in difficoltà individuate dai Servizi sociali del Comune di Bergamo. Il progetto si chiama “Due mani in più”». Fra le attività più consolidate c’è quella del laboratorio di disegno e di grafica: «Anche in quest’ambito - sottolinea Silvia - i ragazzi lavorano in squadra. Sasha e Souha sono molto affiatate: si osservano e si aiutano a vicenda. Il passaggio di competenze diventa più facile tra pari».

«I ragazzi aiuteranno a consegnare la spesa a domicilio a persone in difficoltà individuate dai Servizi sociali di Bergamo. Il progetto si chiama “Due mani in più”»

I ragazzi di San Paolo in Bianco nel laboratorio di disegno mettono a punto il materiale informativo per le attività dell’associazione e a volte producono biglietti e volantini anche per altri, anche per il Comune: «Per esempio in occasione del 2 aprile, Giornata della consapevolezza dell’autismo, abbiamo concordato con il Sistema bibliotecario urbano di distribuire segnalibri. Ognuno dei ragazzi ha preparato un disegno, corredandolo con una frase».

«Siamo forti solo insieme»

Alcuni saranno offerti attraverso la bancarella per la raccolta fondi, altri invece sono stati collocati nelle biblioteche cittadine, in collaborazione con Cooperativa Serena, Sistema Bibliotecario e Bergamo Aiuta. Le iniziative di San Paolo in Bianco mettono al centro le relazioni. Come dice Steve Berlin Johnson, scrittore e giornalista statunitense, «quando la natura ha bisogno di nuove idee, cerca associazioni, non l’isolamento». In quest’ottica ogni attività è studiata in modo specifico per creare reti: «Siamo forti solo insieme - sottolinea Silvia - è molto importante poter lavorare con altre realtà del territorio».

«Siamo forti solo insieme è molto importante poter lavorare con altre realtà del territorio»

Una scelta vincente, come conferma la continua crescita di questo progetto: «Ci concentriamo molto - prosegue Silvia - sull’impegno di promuovere l’autonomia dei partecipanti e questo suscita interesse, la partecipazione si allarga, diversi ragazzi chiedono di poter far parte del gruppo». Anche per questo l’associazione lancia l’invito a partecipare a nuovi volontari, anche studenti delle scuole superiori e dell’università, sfruttando l’opportunità dei tirocini: «È un’occasione di crescita per tutti».

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