Il Viola che stona, l’isola della paura e l’isola dei sogni

IL COMMENTO. Dalla Viola a Viola. Sarà anche il colore di uno dei fiori primaverili più belli e profumati, ma l’Atalanta a questo punto meno se lo trova di fronte meglio è. Prima la Fiorentina, la Viola per definizione, in Coppa Italia.

Poi in campionato arriva tale Viola, che di nome fa Nicolas, centrocampista del Cagliari: ieri, con una capocciata all’ultimo respiro, ha risolto nel modo peggiore una partita cominciata benissimo. Che tra l’altro era anche la numero 100 dall’ingresso di Stephen Pagliuca nella società nerazzurra.

Dalla Viola a Viola. E ora dalla Sardegna alla Gran Bretagna. Perché come un moderno Ulisse, l’Atalanta naviga da un’isola all’altra in questo tratto – avventuroso, affascinante, pieno di pericoli – della sua stagione su tre fronti. La Sardegna poteva essere l’Isola del tesoro (romanzo di Robert Louis Stevenson), perché tale sarebbero stati i tre punti per tenere nel mirino la Roma nella corsa Champions e tenere lontano il Napoli in quella per l’Europa League. Alla fine invece è diventata l’Isola della paura (romanzo di Dennis Lehane) anche se non è il momento per avere paura. Non quando stai per andare nella tana di una delle squadre più forti del mondo. La partita di Liverpool, giovedì, dovrà essere invece l’approdo sull’Isola dei sogni. L’Isola che non c’è di Peter Pan, il personaggio di James Matthew Barrie, l’eterno ragazzino che non vuole diventare grande, la cui immagine è stata accostata talvolta a questa Atalanta. Eternamente spensierata e sbarazzina nella sua ricerca del bel gioco e del divertimento per se e per chi la guarda, anche a costo di non vincere trofei. Come se poi le due cose dovessero per forza essere incompatibili. Andare a sfidare i Reds di Jurgen Klopp nel tempio di Anfield, per i nerazzurri di Gian Piero Gasperini, sarà un po’ questo: andare alla ricerca di qualcosa che solo chi sa sognare è in grado di trovare e rendere reale. «Un pensiero, una pazzia, una favola, solo fantasia» come canta Edoardo Bennato ispirandosi proprio alla vicenda di Peter Pan. Eppure «se ci credi ti basta perché poi la strada la trovi da te».

Appunto, crederci. Con un pizzico di pazzia e un po’ di fantasia. Cos’altro era del resto se non pazzia e fantasia, otto anni fa, prevedere di sfidare il Liverpool nei quarti di una coppa europea?

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