
La salute / Bergamo Città
Mercoledì 01 Ottobre 2025
Medici di base, il test d’ingresso fa ancora flop: solo 304 candidati
IN REGIONE. Erano 601 iscritti, si è presentata la metà. Marinoni: la tendenza non cambia perché la professione resta poco attrattiva.
No, l’inversione di tendenza non c’è stata. In pochi, troppo pochi rispetto alle necessità, scelgono di diventare medico di famiglia. Lo ha evidenziato l’«affluenza» al test d’ingresso per il nuovo corso di formazione specialistica in Medicina generale organizzato dalla Regione, l’iter triennale che abilita a medico di base «titolare»: a fronte di 601 iscritti, nella sede del Forum di Assago si sono presentati solo in 304, praticamente la metà; e considerando che le borse di studio messe a bando erano 390, significa che anche a questo giro resteranno parecchi posti vuoti. Quasi un quarto del totale.
A fronte di 601 iscritti, nella sede del Forum di Assago si sono presentati solo in 304, praticamente la metà
Un trend noto
Non è certo una sorpresa, ma la conferma di un trend di lungo periodo. Basta tornare indietro di un anno: i candidati alla prova d’esame furono 556 (e i posti disponibili 505), ma al quiz arrivarono solo in 278 e gli altri invece disertarono. La magra consolazione, mettendo a confronto i numeri, è che le matricole aumenteranno lievemente rispetto all’edizione precedente. Ma perché ci sono tutte queste rinunce? Principalmente perché in estate molti neolaureati in Medicina s’iscrivono sia a questo corso sia alle scuole di specializzazione universitaria che formano i futuri specialisti ospedalieri, e poi chi riesce a entrare nella specializzazione universitaria predilige quella anziché il percorso per diventare un camice bianco di base.
Mancano i professionisti
«La tendenza non è cambiata perché non sono cambiate le condizioni della professione, ma anche perché ancora non si vede l’aumento del numero dei laureati: bisognerà attendere ancora qualche anno. Peraltro, occorrerà anche capire quanti di questi circa 300 neocorsisti arriveranno sino in fondo, perché a volte si verificano anche abbandoni per ritentare la specializzazione universitaria – premette Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo –. Ancora una volta, questa evidenza dovrebbe porre il problema di cosa fare per rendere più appetibile il mestiere. Bisogna smetterla con affermazioni vergognose e inqualificabili secondo cui i medici di medicina generale lavorano 15 ore alla settimana: è una categoria al limite della resistenza, e lo racconta anche il drammatico episodio della dottoressa morta in Sardegna (vicenda accaduta nei giorni scorsi, ndr) che pur di dare assistenza a 5mila persone ha trascurato la propria salute, accusando poi un malore fatale». «La medicina generale è poco appetibile – conferma anche Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici di Milano, che ha raccolto i dati sulla partecipazione al test d’ingresso di ieri -: non si fa nulla per ridurre gli obblighi burocratici, che anzi aumentano, mentre la remunerazione è sempre la stessa».
Ora si passerà alla correzione del «quiz» sostenuto e infine alle immatricolazioni: i nuovi «studenti» del corso di formazione regionale in Medicina generale saranno assegnati ai vari poli territoriali (tra cui quello di Bergamo, gestito in collaborazione tra «Papa Giovanni» e Asst Bergamo Ovest, e quello di Seriate, in capo all’Asst Bergamo Est), e già durante il triennio potranno aprire un ambulatorio con un massimale limitato di pazienti.
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