Corsa ai tamponi anche nella Bergamasca: 15mila al giorno. Code e test quasi esauriti

Nella nostra provincia una media di 15mila al giorno. Le farmacie: «Agende piene per le feste». E file ai punti gestiti dalle Asst.

C’è chi deve lavorare e non s’è convinto a vaccinarsi, quindi avanti un tampone dopo l’altro. Ci sono poi premurosi: sono già vaccinati, ma prima delle feste vogliono la sicurezza di essere negativi. E poi, ancora, chi deve viaggiare. Messe a sistema le variegate platee, il risultato è evidente: una corsa al tampone mai vista, con farmacie e centri privati presi d’assalto. Ma visto che il virus si moltiplica, c’è pure un altro filone: chi il test lo deve fare perché positivo o contatto stretto, con i «punti tampone» sotto stress. I numeri, come sempre, sono la bussola: negli ultimi sette giorni la Lombardia ha sommato 825.152 tamponi antigenici (i «rapidi»), di cui ben 461.932 tra martedì, mercoledì e ieri. A questi si aggiungono 252.283 molecolari in una settimana, impiegati in particolare per il contact tracing e, in misura minore, per i viaggi di più ampio raggio. Si viaggia così a oltre 150mila test giornalieri in Lombardia, una stima di più di 15mila al dì in Bergamasca.

Il fronte delle farmacie

La cronaca restituisce fotografie da assalto alla diligenza in diverse parti d’Italia, Milano in primis. Il territorio orobico però regge, pur con le farmacie ai massimi livelli di lavoro. È dunque un assedio ordinato, quello orobico: un appuntamento dietro l’altro, ma pochissime file all’esterno dei presìdi. «C’è un grande aumento, le agende sono piene per il periodo delle feste – rileva Giovanni Petrosillo, presidente di Federfarma Bergamo –. Va considerato che stiamo gestendo anche le vaccinazioni, con grande sforzo: anzi, la campagna vaccinale è ben più importante per la lotta al virus». «Sono tutti alla disperata ricerca di un test che confermi di essere negativi: si cerca una rassicurazione in vista delle feste», è il flash di Ernesto De Amici, presidente dell’Ordine dei farmacisti di Bergamo. «Siamo strapieni – conferma Michela Bialetti, alla guida della Farmacia Borgo Palazzo in città –, siamo subissati di telefonate e c’è anche un’elevatissima richiesta di tamponi domiciliari. Guardiamo il lato positivo: c’è chi vuole avere garanzie di essere negativo prima di incontrare persone a rischio, e questo è un bel segnale di responsabilità». Lo scenario è il medesimo ovunque, anche in provincia: «Siamo al ritmo doppio, triplo rispetto a una settimana o dieci giorni fa – stima Andrea Raciti, della Farmacia San Martino di Alzano –. Le agende sono piene, fortunatamente la prenotazione consente di gestire ordinatamente i flussi. Tutte le farmacie stanno facendo il massimo per riuscire a sopperire a una mole straordinaria di lavoro». Per Ferdinando Peschiulli, titolare dell’omonima farmacia a Canonica d’Adda, «la richiesta è estrema, più o meno triplicata in breve tempo. Oltretutto, anche il consumo di tamponi in libera vendita è in crescita esponenziale».

Tra fai-da-te e fornitori

La domanda alle stelle apre ulteriori temi. Il primo, è quello di un rischioso fai-da-te. «Si segnala un importante aumento di persone che si fanno il tampone a casa, da sole: la vendita è autorizzata – premette Petrosillo –, ma questo sistema mi lascia perplesso perché i positivi rischiano di sfuggire alla tracciatura e alle misure di isolamento. In una situazione di contagi come l’attuale, questo mi preoccupa». Di «crescita esponenziale» del test fai-da-te parla anche Peschiulli. Anche le stesse farmacie faticano ad approvvigionarsi: «I test iniziano a scarseggiare, le tempistiche dei fornitori si allungano», aggiunge Bialetti. «Il prodotto rischia di mancare – rileva anche De Amici –, tra l’altro la produzione è quasi esclusivamente estera (dalla Cina, ndr) e questo complica ulteriormente le cose».

I viaggiatori

I centri privati sono un riferimento soprattutto per i test molecolari, quelli richiesti specialmente nei viaggi e da alcuni Paesi esteri. «C’è stato un incremento consistente, la richiesta triplicata – spiega Pasquale Intini, alla guida del centro Politerapica di Seriate –. Stiamo riuscendo a gestire la situazione perché la struttura è tarata su volumi molto alti. La platea è composta soprattutto da chi deve partire». «Vediamo due fenomeni – testimonia Francesco Molteni, direttore sanitario del Centro Biomedico Bergamasco –: chi per precauzione visto l’aumento dei contagi vuole rassicurazioni di negatività, e chi deve viaggiare».

Natale in quarantena per 8.500

Ritmi elevatissimi per i «punti tampone» gestiti dalle Asst per la diagnostica di chi è positivo o contatto di un positivo. Tra città (il «Matteo Rota» è il riferimento) e provincia, si sono segnalate inevitabili code – soprattutto di famiglie con bambini, per via dei contagi nelle scuole – determinate dall’aumento della circolazione virale. Basta guardare all’aggiornamento dei cittadini in isolamento (e quindi «invitato» al tampone da parte dell’Ats): i bergamaschi in isolamento obbligatorio perché positivi sono ora 3.979 (+68% rispetto ai 2.367 della settimana scorsa), quelli in isolamento fiduciario perché contatti di positivi sono 4.555 (+41%, erano 3.222 la settimana scorsa). In sostanza, sarà un Natale in quarantena per oltre 8.500 bergamaschi.

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