Accoltella il compagno e lo uccide, poi chiama i soccorsi: arrestata 51enne

Morengo. La donna, una cinquantunenne italiana, ha colpito il compagno, un 30enne nigeriano, con una coltellata al petto al culmine di una lite. Su «L’Eco di Bergamo» di domenica 27 novembre la ricostruzione dell’omicidio.

Una coltellata al petto, un colpo fatale al termine di una lite nata per futili motivi. Così una donna di 51 anni del paese, Sandra Fratus, ha ucciso il compagno, Ernest Emperor, Mohamed un nigeriano di 30 anni, nella casa in cui vivevano a Morengo in via Umberto I.

L’omicidio si è consumato intorno alla mezzanotte di venerdì 25 novembre in un edificio a corte nel centro del paese. È stata la donna stessa ad allertare i soccorsi che, arrivati sul posto, hanno tentato di rianimare l’uomo ma senza riuscirvi.

Sul posto sono subito arrivati i Carabinieri della compagnia di Treviglio che hanno ricostruito quanto avvenuto e fermato la donna, trasportata prima in caserma dove è stata interrogata dal Pubblico ministero titolare del caso, Emma Vittorio, e poi portata nel carcere di via Gleno con l’accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi.

Omicidio a Morengo, donna uccide il compagno con una coltellata. Video di Luca Cesni

L’omicidio si è consumato all’interno dell’abitazione: la donna durante una lite con il compagno in cucina ha afferrato un coltello dal cassetto e ha inferto un unico colpo al petto dell’uomo che è subito caduto a terra agonizzante.

Sandra Fratus avrebbe tentato poi di soccorrere il compagno Ernest Emperor, Mohamed dopo averlo accoltellato, praticandogli un massaggio cardiaco: è quanto emerge dalla ricostruzione dei carabinieri di Treviglio. Ma ogni tentativo, suo e del personale del 118, si è rivelato vano: l’unica coltellata ha ucciso sul colpo il trentenne di origine nigeriana. Pare che i due, che convivevano, avessero da tempo dei dissidi.

Al momento del delitto non c’erano altre persone nella casa, che si affaccia su un cortile del centro del paese della Bassa bergamasca. L a donna è assistita dall’avvocato Vanessa Bonaiti, che ha riferito di una situazione di «profondo disagio e fragilità», precisando che la donna potrebbe aver impugnato il coltello nel tentativo di difendersi.

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