
Facevano il pieno con carte clonate: in quattro nei guai
LA TRUFFA. Riprodotte le tessere carburante, prelevati 10mila litri che venivano rivenduti. Il deposito vicino all’aeroporto, a Grassobbio.
Clonavano le carte carburante di aziende e con queste prelevavano la benzina sistemandola in taniche che sono state scoperte dalla polizia in un deposito di Grassobbio, nei pressi dell’aeroporto. Quattro persone sono finite nei guai nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal pm della Procura di Bergamo Silvia Marchina e condotta dalle squadre mobili di Brescia e Bergamo. Si tratta di un italiano, due romeni e un algerino residenti tra la Bergamasca e il Bresciano: due sono finiti ai domiciliari, per altri due è scattato invece l’obbligo di dimora. Sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, ricettazione e indebito utilizzo di carte di pagamento. Per tutti anche un Daspo, di quelli definiti «fuori contesto», che vieta loro di assistere alle manifestazioni sportive per due anni.
La segnalazione dall’Asst Spedali Civili di Brescia
L’inchiesta ha preso il via dalla segnalazione dell’Asst Spedali Civili di Brescia. Il responsabile del settore Servizi economali dell’azienda ospedaliera dal marzo 2024 aveva infatti notato un aumento anomalo di movimenti sulle tessere carburante dell’auto in uso alle guardie mediche. Così, ha compiuto delle verifiche interne e, una volta accertato che i dipendenti non avevano responsabilità, ha presentato denuncia contro ignoti.
A questo punto sono partite le investigazioni, che hanno presto portato gli agenti in provincia di Bergamo. La maggior parte dei pagamenti risultava infatti eseguita in stazioni di rifornimento della Bergamasca. Si è scoperto che, oltre agli Spedali Civili, altre aziende, anche private, erano rimaste vittima delle clonazioni delle proprie carte carburante.
Le indagini e le denunce
Sono stati successivamente individuati i primi componenti del gruppo, quelli che andavano a prelevare la benzina ai distributori self-service con taniche, pagando con le carte rifornimento clonate. I contenitori venivano caricati su furgoni, seguendo i quali, gli inquirenti sono giunti al deposito di Grassobbio. Tramite appostamenti e pedinamenti i poliziotti hanno potuto notare che, su furgoni approntati con appositi serbatoi, il carburante dal deposito veniva trasportato altrove e consegnato agli acquirenti finali, in una sorta di delivery a domicilio.
In Bergamasca sono state eseguite diverse perquisizioni che si sono concluse con il sequestro di centinaia di litri di carburante, decine di cisterne e numerose tessere di pagamento,oltre che di tabacchi provenienti dall’Est Europa. Il danno economico calcolato per le aziende coinvolte nel periodo di indagine ha superato i 20mila euro, per un quantitativo di carburante superiore ai 10mila litri.
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