Fontanella, una vita al banco dei formaggi. Oggi i cent’anni

IL COMPLEANNO. La storia di Giovanni Frigè Bertulini, commerciante e decano del comune della Bassa.

Se gli chiedete in quale paese, più di trent’anni fa, metteva il suo banco dei formaggi in un determinato giorno della settimana se lo ricorda ancora perfettamente. Perché quella è stata la sua vita fino a quando non è andato in pensione per dedicarsi poi ai suoi nipoti.

A Giovanni Frigè Bertulini, decano di Fontanella, paese dove è nato e cresciuto, non sembra vero di essere arrivato ai cento anni, che compie proprio oggi, giovedì 7 agosto. «E a dir la verità – racconta Giacomo, uno dei suoi due figli insieme ad Angela – non se ne rende nemmeno molto conto. Quando glielo diciamo ci risponde: “Ma no, davvero?”».

Nella Bassa, fino al Cremasco

In effetti, come dicono i suoi famigliari, la memoria a breve termine del centenario, data l’età fa un po’ difetto. Ma se gli viene chiesto qualche particolare sull’attività da formaggiaio che ha svolto sul territorio per quarant’anni si ricorda tutti i dettagli. Tanti sono i paesi che ha girato con il suo banco (prima a cavallo e poi a motore): da Romano a Covo, da Calcio fino a città del Cremasco come Cremona e Soncino. A questa attività, alla quale gradualmente si è anche affiancata un commercio all’ingrosso di formaggi, è stato inoltrato dagli zii che l’avevano adottato. E che avevano adottato anche quella che poi diventerà sua moglie, Luigina Frigè Cavalnati, morta due anni fa a novant’anni.

L’attività fino al 1988

Anche il fratello lo aiutava nel suo commercio fino a quando non è morto, nel 1988. Ed è allora che il centenario ha deciso che era venuto il momento di cedere la sua attività. «Ma sono ancora tanti i suoi clienti e i figli dei suoi clienti – racconta ancora il figlio – che si ricordano di lui, del suo carattere socievole, di quel suo essere sempre contento, non conoscendo il significato del verbo “lamentarsi”. C’è qualcuno che, ogni tanto, ancora mi ferma e mi chiede: “Il papà el ghe amò?”». La risposta è ovviamente sì. Giovanni Frigè Bertulini è vivo e in buona salute, dopo essere anche riuscito a superare un’operazione a 95 anni per l’inserimento di un pacemaker.

Tra festa e scaramanzia

Subito dopo la pensione si è goduto la compagnia della moglie e ha seguito i suoi nipoti. Con il passare degli anni, mano a mano che le forze gli sono venute meno, ha cominciato a rimanere sempre più in casa dove, comunque, tiene sveglia la mente con varie attività, a cominciare con la lettura al mattino de «L’Eco di Bergamo». Ora tutti i suoi parenti (ai due figli e ai sei nipoti si sono aggiunti nel frattempo anche quattro pronipoti) sono pronti a festeggiarlo. Per scaramanzia non è ancora stato organizzato nulla: «Preferiamo pensare giorno per giorno – conclude il figlio –. Sicuramente lo festeggeremo tutti insieme. Già alla festa dei 99 l’anno scorso si era commosso. Figuriamoci a quella dei cento».

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