Il tragico incidente di Mornico: l’operaio investito lascia la moglie e tre figli

Il dramma. L’incidente venerdì mattina sull’ex statale 573: Ndiaga Ladiane, 49enne senegalese in Italia dal 2000, è stato investito da un furgone mentre andava al lavoro. Sbalzato sull’asfalto, è morto sul colpo.

Andava al lavoro in bici lungo la ex statale 573, a Mornico al Serio, quando è stato urtato da un furgone: scaraventato sull’asfalto ha riportato ferite che non gli hanno lasciato scampo. Ndiaga Ladiane, operaio senegalese di 49 anni, abitava a una cinquantina di metri dal punto dell’investimento, è morto sul colpo. A nulla è valso l’intervento del personale di un’automedica e un’ambulanza, che è intervenuto dopo essere stato allertato dalla centrale operativa del 112, chiamata dalle persone che erano sul furgone.

L’episodio si è verificato venerdì 13 gennaio verso le 6,30 sulla strada provinciale 573, che in quel punto prende il nome di via Baraccone, davanti al bar «Civico 19»: si tratta di una zona caratterizzata soprattutto dalla presenza di insediamenti produttivi e artigianali.

La tragedia si è consumata a un centinaio di metri dalla rotatoria nella quale si immettono, oltre la 573, anche le sp 89 e 97, lungo il rettilineo che collega Mornico con Calcinate. Stando alla ricostruzione degli agenti della Polstrada di Bergamo, il furgone Renault Trafic guidato da un 42enne di Palazzolo sull’Oglio proveniva dal centro abitato di Mornico diretto verso Cavernago. In base ai rilievi e alle testimonianze raccolte, l’impatto tra il furgone e il ciclista sarebbe avvenuto quando Ndiaga Ladiane aveva quasi completato l’attraversamento della sp 573 con l’intento di immettersi, ma contromano, sulla corsia di accelerazione paralella alla stessa ex statale. Una corsia dalla quale giungeva, dalla parte opposta, il Trafic. Sul veicolo c’erano sette muratori, per lo più bresciani, che dovevano raggiungere un cantiere edile dell’hinterland di Bergamo. Uno di loro, residente a Mornico e ieri mattina prelevato dai colleghi, ha raccontato: «Ero da poco salito e mi ero accomodato sul sedile posteriore quindi non ho visto la dinamica dell’incidente. Poi quando siamo scesi dal furgone per vedere cosa era successo purtroppo abbiamo compreso la situazione».

Sul ciglio della strada giaceva infatti Ndiaga Ladiane, che non dava segni di vita. Immeditamente è stato lanciato l’allarme al 112 Sono giunte un’automedica e un’autolettiga, ma per il 49enne senegalese non c’era più nulla da fare. Per i rilievi è intervenuta da Bergamo una volante della Polstrada e in ausilio una pattuglia dei carabinieri di Grumello del Monte. Il tratto della sp 573 non è stato chiuso alla circolazione, perché l’intervento dei soccorritori e degli agenti si è concentrato sulla parallela corsia di accelerazione, dove si è verificato l’impatto tra furgone e bicicletta. I rilievi si sono conclusi tre ore circa dopo l’accaduto: l’autorità giudiziaria non ha disposto il sequestro dei mezzi essendo chiara la dinamica dell’incidente, concedendo il nullaosta per la consegna della salma ai familiari.

Ndiaga Ladiane abitava da due anni a Mornico in via Baraccone 25, insieme al fratello Cheick di 53 anni. Era in Italia dal 2000 e da pochi giorni lavorava per una ditta di consegne di Telgate, dopo avere fatto l’operaio per diverso tempo in una fabbrica di Grassobbio. Nella città natale di Thiarène, il senegalese lascia nel dolore la moglie, le due figlie femmine di 22 e 18 anni e l’ultimogenito di appena 2 anni. «Ndiaga lavorava per vivere decorosamente qui in Italia e per mandare soldi alla sua famiglia – ha detto ieri il fratello – e con il sogno, un giorno, di ritornare laggiù. Tornerà nei prossimi giorni, purtroppo sappiamo come».

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