«Pioltello, il giunto difettoso? Segnalai più volte e dopo venni sospeso»

Il processo per il disastro. In aula il capo tecnico dell’unità di manutenzione ha ricostruito i vari sopralluoghi: «Ho chiesto di sostituirlo, senza esito».

Ha segnalato in più di un’occasione che quel giunto sulla direttissima per Pioltello al chilometro 13+600, il cosiddetto punto zero, da cui si è staccato il pezzo di binario il giorno del disastro ferroviario del 25 gennaio di oltre quattro anni fa che è costato la vita a tre pendolari e quasi un centinaio di feriti, andava sostituito. E al più presto. Ma nonostante avesse fatto presente che le condizioni del giunto stessero visibilmente peggiorando e si fosse arrabbiato di brutto per smuovere la situazione, le sue lamentele sono rimaste inascoltate.

Il processo a Milano

Giovedì 27 ottobre, è stato il giorno del j’accuse di Francesco Raffo, all’epoca capo tecnico dell’unità manutentiva di Rfi dislocata a Treviglio, ascoltato dai giudici della quinta sezione del Tribunale di Milano in qualità di testimone dei pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti. «Pensare che mi hanno pure sospeso per 10 giorni dopo quello che è successo… Io che sono la persona più onesta di questa terra», s’è lasciato scappare nel corso della prima udienza dopo la pausa estiva nel processo che vede alla sbarra per disastro ferroviario colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime vertici di Rete Ferroviaria Italiana, la società che gestisce l’infrastruttura ferroviaria tricolore.

«A maggio 2017 ho partecipato di persona a un’operazione di rincalzatura sotto quel giunto che appariva in tutta evidenza “invecchiato”. Al passaggio dei treni si abbassava la parte centrale del giunto e noi, visto che la macchina rincalzatrice era fuori uso, intervenivamo con attrezzi manuali portando il giunto a livello», ha spiegato l’operaio. «Da quel periodo gli interventi su quel giunto sono diventati più frequenti, ma l’attività di rincalzatura era già iniziata mesi prima, a marzo».

«Da maggio ho chiesto di programmare la sostituzione del giunto, ma nonostante le mie pressioni non hanno prodotto nessun risultato»

Il teste ha dichiarato di aver visto peggiorare lo stato del giunto poi saltato al passaggio del treno pendolari Milano-Treviglio-Cremona praticamente mese dopo mese: «Da maggio ho chiesto di programmare la sostituzione del giunto a Ernesto Salvatore, il responsabile del Nucleo manutentivo (uscito dal processo con un patteggiamento a quattro anni), ma nonostante le mie pressioni non hanno prodotto nessun risultato». A metà agosto, visto che gli interventi di rincalzatura non sembravano più sufficienti, anche se non era suo compito, il capo operaio prese un’ulteriore iniziativa inviando via mail un elenco di attività urgenti da fare su quella tratta ai suoi superiori, e cioè a Salvatore e a Marco Albanesi, responsabile dell’unità di Brescia di Rfi (anche lui indagato). «Mi hanno risposto di stare tranquillo», ha raccontato. Per poi proseguire: «Nell’ottobre successivo ho fatto un sopralluogo con un addetto di un’impresa per verificare le opere indicate nella lista, ma poi non si è visto nessuno. Ci avevo sperato, in realtà poi non è successo più nulla. A novembre si era fatto vivo con me Ivo Rebai, responsabile di Rfi nella gestione delle ditte esterne, mi aveva chiesto di girargli la mail di agosto, ma anche lui non l’ho più sentito».

Raffo ha detto che sì, erano stati posizionati dei nuovi giunti in corrispondenza di quello ammalorato, ma nessuno aveva programmato l’intervento di sostituzione. «Tutte le volte che chiedevamo più personale per cambiare noi il giunto (ci vogliono almeno 6/8 persone), ci dicevano sempre di no».

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