Professore, artista e storico, Treviglio piange Paolo Furia

IL LUTTO. Allievo di Longaretti, valorizzò nei suoi libri il patrimonio della città. È mancato il giorno dopo il funerale del fratello Pierfranco. Mercoledì 13 agosto i funerali.

Treviglio

Lutto nel mondo culturale bergamasco e soprattutto trevigliese per la morte del professor Paolo Furia, spentosi martedì 12 agosto a 82 anni, dopo una vita dedicata all’arte, alla storia locale, alla scrittura di volumi inerenti chiese, monumenti e tradizioni cittadine. Uomo di profonda cultura, cristiano convinto, forte sensibilità critica, dotato di capacità oratoria, ha scritto per molti anni (dal 1970), da assiduo collaboratore, sul settimanale «Il Popolo Cattolico» con la verve del cittadino pronto a segnalare il bene e gli errori nella vita quotidiana cittadina. Si è spento a Treviglio, dove era nato, ma risiedeva da anni nella frazione Badalasco di Fara, dove si era ritirato nella forte sofferenza per la morte della moglie Franca.

«Un gigante della cultura trevigliese»

Una triste singolarità. Paolo è morto nella mattinata di martedì 12 agosto, a meno di 24 ore dal funerale del fratello Pierfranco, 89 anni, altra luminosa figura trevigliese, già dirigente dell’Ufficio Ragioneria del Comune. Giovane talento, Paolo Furia aveva frequentato la Scuola d’arte dell’Accademia Carrara sotto la guida del concittadino Trento Longaretti, distinguendosi per intensa sensibilità pittorica e vivendo l’Arte come misura della sua quotidianità nelle funzioni cui era chiamato. Figura indipendente, lavorava intensamente con lo spirito del collaboratore fecondo di idee e di conoscenza, ad esempio con lo scrittore concittadino Marco Carminati, che lo ricorda per i validi contributi dati alla stesura di romanzi dove brillava la competenza di un raffinato interprete della storia lombarda. Roberto Fabbrucci lo definisce «un gigante della cultura trevigliese, mai celebrato a sufficienza, come avrebbe ampiamente meritato». Beppe Facchetti ne rammenta, quale assessore negli anni ’80, il valido contributo dato «per valorizzare la parte più antica della nostra Basilica, il Battistero, grazie poi al finanziamento Eni».

Tante attività, spesso gratis

Molteplici le attività svolte, spesso gratuitamente, come segnale di amore alla città natale: la collaborazione tecnico-storica alla sistemazione del chiostro del Centro civico culturale, i lunghi anni di servizio resi alla Parrocchia San Martino quale sovrintendente ai beni artistici e ai lavori di restauro, la rivalorizzazione del Polittico quattrocentesco di Butinone e Zenale, il progetto (1981) della Cappella dell’Adorazione nel Santuario, la tabella dei colori (anni ’80) del centro storico (tuttora vigente), cappelle cimiterali, la trasformazione di un capannone nella chiesa di San Zeno; fu collaboratore stabile delle pubblicazioni di Roberto Fabbrucci, a lungo direttore e promotore dell’archivio storico della Cassa Rurale. Artista poliedrico, ha lasciato ampie testimonianze del suo ingegno: incisioni, disegni, dipinti, sculture, medaglie commemorative. Tra le sue pubblicazioni, «Il Lascito Della Torre», «Il mio Santuario», «La pittura trevigliese del ‘400» e numerosi altri volumi di arte e storia. I funerali oggi pomeriggio nella parrocchiale di Fara d’Adda alle 15.

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