Siccità, coltivatori in allarme: acqua garantita solo fino a luglio

Ambiente. Un viaggio tra i timori degli agricoltori della pianura: cambiare colture? Ora è tardi. Intanto gli alpeggi sono già in sofferenza e si riforniscono con le autobotti. Leggi l’approfondimento di due pagine su L’Eco di Bergamo in edicola mercoledì 22 marzo.

Rogge asciutte, fiumi ai minimi e sorgenti in affanno. In questo scenario arido i coltivatori iniziano a valutare come muoversi per i prossimi mesi, quando il momento del raccolto arriverà al culmine. Le preoccupazioni non mancano visto che le piogge tanto attese non si manifestano da mesi per dare un po’ di sollievo ai campi. Negli alpeggi invece gli allevatori sono già costretti a rifornirsi con le autobotti, segnale di una situazione già critica.

Il cambio di colture

Nell’edizione del 22 marzo de L’Eco di Bergamo trovano spazio le voci degli agricoltori della pianura. Il ciclo che prevede l’impiego di coltivazioni da trasformare in mangime per il bestiame rischia di saltare e cambiare coltivazioni ora sarebbe una sterzata troppo brusca per le imprese agricole locali. L’irrigazione con i «pivot» (le gabbie che sovrastano i terreni coltivati assicurando delle “docce” uniformi alle piante) è una delle soluzioni per il risparmio dell’acqua e una resa più efficace della risorsa sempre più scarsa.

Cambiamento climatico

Federico Pleucchi, agronomo e consulente di alcune aziende agricole di Malpaga, rileva una situazione dei campi già molto critica. Visto che il quadro climatico è in cambiamento, lo spostamento delle colture su altre tipologie meno bisognose d’acqua è una strada ormai obbligata, questo però comporterà un cambiamento nella produzione agroalimentare del territorio.

Approfondisci l'argomento su L'Eco di Bergamo di mercoledì 22 marzo

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