Soccorritrice della Croce Rossa aggredita a Zingonia: «Traumi anche psicologici»

IL CASO. La 53enne, dipendente e volontaria, stava tornando alla sua auto dopo il turno, domenica 28 dicembre: «Ha cercato di sfilarmi lo zaino e mi ha buttata a terra».

Zingonia

«Ancora non riesco a dormire per quel che mi è accaduto. Se penso che potevo rimanere a terra, massacrata...». È ancora sotto choc la donna di 53anni di Caravaggio che domenica 28 dicembre, a Zingonia, è stata vittima di un tentativo di rapina messo a segno da un uomo. La cinquantatreenne è una dipendente del comitato della Croce Rossa Italiana Bergamo Hinterland (oltre che volontaria del Comitato di Caravaggio) e il 28 dicembre nel tardo pomeriggio, verso alle 19,15 aveva appena concluso il suo turno di 12 ore come autista soccorritore al distaccamento di Zingonia che si trova a fianco del pronto soccorso del Policlinico San Marco.

L’aggressione

Uscita dalla sede era andata, ancora in divisa, a prendere l’auto parcheggiata negli stalli di sosta che si trovano lungo via Leonardo Da Vinci, traversa di corso Europa, all’altezza del supermercato Famila aperto di recente. La donna da 10 anni è in Croce Rossa, quindi già diverse volte le è capitato di svolgere turni al distaccamento Zingonia. Ma finora non le era mai accaduto nulla. Nemmeno durante gli anni in cui al posto del Famila c’era uno scheletro di edificio abbandonato usato come rifugio da senzatetto: «E questo è davvero paradossale – racconta –: sono tanti i miei colleghi che solitamente parcheggiano dove avevo l’auto e a nessuno è mai accaduto nulla». Ed è anche questo il motivo per cui, quando la donna si è avvicinata alla sua auto, non si è minimamente preoccupata nel vedere provenire dalla rotatoria su corso Europa un uomo su un monopattino: «A un certo punto – racconta – ho sentito questo monopattino arrivarmi alle spalle e una mano afferrare lo zaino che avevo sullo schiena, per rubarlo. Mi sono girata di scatto, spaventata. È stata una reazione d’istinto che forse il rapinatore non si aspettava. Ecco perché poi mi ha dato una spinta che mi ha fatto finire contro il cofano dell’auto e poi a terra».

«Ero spaventatissima»

A quel punto il rapinatore è stato visto dalla donna fuggire in direzione di corso Europa. La cinquantatreenne ha invece avuto subito la forza di alzarsi, di entrare in auto e di prendere il cellulare per chiamare il 112: «Ero spaventatissima – dice ancora –. Mentre parlavo con l’operatore raccontandogli cosa era accaduto piangevo». I prima intervenuti in via Leonardo Da Vinci sono stati i carabinieri della Compagnia di Treviglio. I militari hanno raccolto la prima testimonianza della donna che, però, non è stata in grado di fornire dettagli del suo aggressore: ha detto solo che era di colore, che vestiva scuro e che aveva il faro del monopattino spento. Dopodiché sono arrivati i mezzi di soccorso del 112 che hanno trasportato la soccorritrice al Policlinico San Marco. Il giorno dopo si è anche recata all’ospedale di Romano dove le è stata diagnosticata, oltre a vari traumi, una frattura al gomito sinistro. La prognosi è di 20 giorni.

«Non riesco a dormire»

Quanto tempo le servirà per superare il trauma psicologico è invece ancora difficile dirlo: «Ho appena iniziato un percorso con la psicologa dell’Areu – rivela –. Dopo quanto mi è accaduto non riesco a dormire perché non mi esce dalla testa il pensiero del rischio che ho corso. E ora sono anche molto preoccupata per i miei colleghi che, come me, parcheggiano solitamente l’auto in via Leonardo Da Vinci». La soccorritrice, al momento, non sa nemmeno dire se tornare a lavorare al presidio di Zingonia: «Sicuramente no se dovrò parcheggiare ancora in strada – conclude –. Purtroppo dentro l’ospedale il parcheggio è a pagamento. Ma piuttosto che correre ancora dei rischi sono pronta a pagare quanto serve».

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