Filagosto, dallo stop «forzato» alla speranza di tornare più «grandi» di prima

LA STORIA. Dalla doccia gelata per uno stop inaspettato, alla voglia di non stare con le mani in mano, alla speranza di tornare nel 2026 con uno spirito rinnovato e con forze nuove. Il Filagosto festival ha dimostrato come trasformare un’avversità in un occasione per riflettere e trovare una nuova strada. Ve la raccontiamo.

05:47

Bonate Sopra

Dalla potenza sonora dei grandi live alla forza meno rumorosa della resilienza. Dopo oltre vent’anni di storia, Filagosto si è preso una pausa. Che poi è una pausa relativa, solo una pausa da grande evento.

I ragazzi dell’associazione Filago Giovani, anima e motore del festival musicale più longevo della Bergamasca, quest’anno, infatti, hanno dovuto rinunciare al loro consueto festival che attirava ogni estate migliaia di giovani da tutta la Lombardia.

Ma non si sono fermati. È nato così il Filagostino, una versione itinerante e ridotta, ma carica della stessa energia. Un festival diffuso, che ha voluto raccontare la volontà di restare sul territorio e accendere i riflettori sulle difficoltà concrete che oggi affrontano le associazioni culturali che organizzano eventi dal basso senza scopo di lucro.

Il Filagostino a Bonate Sopra

Quattro giornate di musica, incontri e socialità nell’area feste di Bonate Sopra, un segnale chiaro: la musica continua, anche se cambia formato.

Le cause dello stop forzato

Non c’è una sola causa che ha portato a questo stop forzato ma una serie di fattori concomitanti.L’area privata che aveva ospitato il festival negli ultimi anni è stata messa in vendita. La comunicazione è arrivata troppo tardi, rendendo impossibile trovare per tempo una soluzione alternativa. Ma anche le nuove norme sulla sicurezza che impongono più burocrazia e più costi per eventi come questi che ospitano fino a 6mila spettatori, e non per ultimo il cambiamento della musica dal vivo, con gli artisti che hanno alzato di molto i loro cachet. Una serie di fattori congiunti, insomma, che possono anche con poco far saltare i precari equilibri e la storia di anni.

La storia del Filagosto

Dal 2003, il Filagosto non è stato solo un festival: è stato comunità, inclusione, beneficenza, crescita generazionale. È stato un palco per scoprire nuovi artisti e rivedere i propri idoli. È stato, e resta, un simbolo per la musica dal vivo libera, accessibile, partecipata. Negli anni ha sostenuto progetti in Perù, Ecuador, Malawi, Chernobyl. Ha collaborato con le scuole, donato a Croce Rossa e Protezione Civile. Ha fatto cultura, con musica e cuore. Sul palco sono passati i Verdena, i Pinguini Tattici Nucleari, La Sad, Colapesce, Coma Cose, fino agli Anthrax , nel live più affollato della storia del festival il 4 agosto del 2019 nella serata in collaborazione con Metal for Emergency. Filagostino è nato per dire che il Filagosto c’è ancora. Ha solo cambiato pelle. E forse, proprio da questo nuovo inizio, nascerà un nuovo futuro di uno dei festival più amati della provincia.

Tic Tac. Da Filagosto a Filagostino in attesa di tornare grandi. Video di ROBERTO VITALI

© RIPRODUZIONE RISERVATA