Le inutili ricerche del disperso, «risorse tolte a chi ne ha bisogno»

Il caso Dopo il falso allarme di domenica a Iseo che ha mobilitato 50 persone, il direttore del 118 sottolinea: «Più che i costi di questi interventi metterei l’accento sui costi sociali».

Il caso di domenica è stato atipico: solitamente queste cose accadono in montagna, non al lago. Per cercare un turista tedesco di 23 anni dato per disperso nel lago d’Iseo si sono mobilitati una cinquantina di uomini tra sommozzatori di Treviglio, Vigili del fuoco di Brescia, Sale Marasino e Monte Isola, personale Areu, carabinieri di Clusone, Iseo e Capriolo. L’intervento è durato più di un’ora e mezza e quando stava arrivando l’elicottero partito da Bologna, l’allarme è rientrato.

Il giovane, Jakob di Lubecca, che a Iseo è in vacanza in camper con un amico, aveva semplicemente deciso di attraversare il lago a nuoto, arrivando sulla sponda bergamasca. Poi si è fermato a prendere il sole a Predore e mentre stava tornando alla Spiaggetta di Iseo è stato intercettato in mezzo al lago da una barca di privati che l’ha caricato a bordo. Jakob è poi tornato a riva a con la moto d’acqua di Areu. Stava bene, ignaro del fatto che mentre lui era a steso a prendere il sole, il suo amico non vedendolo tornare dopo un’ora aveva dato l’allarme e tutti si erano mobilitati per cercarlo.

L’amico ha detto ai soccorritori che il 23enne era un po’ incosciente e che aveva accennato a una traversata del lago in solitaria, per questo i Carabinieri di Iseo hanno mandato i volontari a perlustrare lo specchio d’acqua tra Iseo e Predore e hanno allertato anche i colleghi di Clusone che hanno mandato una pattuglia sulle spiagge.

Jakob è poi tornato a riva a con la moto d’acqua di Areu. Stava bene, ignaro del fatto che mentre lui era a steso a prendere il sole, il suo amico non vedendolo tornare dopo un’ora aveva dato l’allarme e tutti si erano mobilitati per cercarlo

Tanta gente mobilitata per nulla, quindi, con il ragazzo che rischia una multa di mille euro per avere attraversato il lago senza la boa di segnalazione, come prevede il codice della navigazione. Ma è normale chiedersi quanto sia costato l’intervento di (inutile) ricerca che ha tenuto impegnate così tante persone per un’ora e mezza. «A prescindere dai costi di questi interventi, che sono sempre difficili da stabilire – commenta Oliviero Valoti, direttore del 118 di Bergamo – metterei l’accento sui costi sociali, ovvero le risorse che vengono sottratte a chi ne ha davvero la necessità. Va bene la multa al ragazzo, che è una sanzione amministrativa, peccato non venga denunciato per procurato allarme, che è penale».

I casi di «interventi inutili»

I casi di richiesta di interventi inutili fortunatamente non sono tanti, ma sempre troppi: «Ce ne sono tutti gli anni, soprattutto di gente che va a farsi una gita in montagna e non avvisa i familiari – continua Valoti – se a casa c’è qualcuno apprensivo, ecco che scatta la telefonata al 112. Ci sono tante sfaccettature in questi comportamenti sconsiderati, in genere le forze dell’ordine tendono ad avere un atteggiamento attendista fino a che la scomparsa non viene confermata, ma è sempre delicato decidere cosa fare. Se poi la chiamata arriva alla fine della giornata e cala il buio, è ancora più difficoltoso intervenire».

Dal 2015 una legge regionale prevede la compartecipazione delle spese (massimo 780 euro, con lo sconto se si è lombardi) per aver fatto uscire inutilmente l’elisoccorso: «Ma servono una serie di requisiti e i casi sono pochi. Innanzitutto il non accesso a un pronto soccorso, poi la valutazione dell’attrezzatura e delle calzature che è di competenza del tecnico di Soccorso alpino, che deve valutare il livello di imprudenza». Alla fine le fatture staccate sono poche, la burocrazia tanta e non ne vale la pena. «Ha più un effetto educativo e dimostrativo – sottolinea Valoti –. In altre regioni, come il Trentino, vengono applicati dei ticket per ogni intervento e questo fa un po’ da deterrente. Ma si tratta di zone in cui i frequentatori della montagna fanno numeri diversi rispetto ai nostri. Nella Bergamasca i casi sono pochi e la paura di pagare potrebbe paradossalmente scoraggiare dal chiamare il 112 chi invece ne avrebbe bisogno».

I consigli utili

I consigli per chi va in montagna, in escursione o a cercare funghi, e in genere per chi decide di allontanarsi da solo (vedi il caso del tedesco a Iseo) sono quelli dettati dal buonsenso: «Avvisare sempre i congiunti dicendo dove si vuole andare, considerare che non necessariamente un ritardo di un’ora significa che c’è stato un incidente, per chi si sposta da rifugio a rifugio segnalare al rifugista dove si va o lasciarlo scritto nel registro del rifugio. Per chi va in montagna da solo dovrebbero essere ormai delle abitudini, ma è sempre bene ricordarlo».

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