Morto in officina a Telgate: «Un onesto imprenditore e volontario»

Chiuduno Il ricordo di Giuseppe Finazzi deceduto per un tragico infortunio nella sua ditta. «Catechista, aveva operato anche nelle missioni in Bolivia». La Procura: non è necessaria l’autopsia, dinamica chiara.

«Un uomo squisito, che aveva l’impegno verso gli altri impresso nel dna, e una dedizione assoluta per il suo lavoro». Chiuduno si stringe attorno alla famiglia di Giuseppe Finazzi, morto nella tarda serata di domenica in seguito a un tragico incidente avvenuto all’interno della sua azienda meccanica, la Cmf di Telgate. La Procura di Bergamo, nella mattinata di martedì 12 aprile, non ha disposto l’autopsia per l’artigiano. Secondo quanto ricostruito dai tecnici di Ats Bergamo, Finazzi - che avrebbe compiuto 80 anni a maggio - stava operando su una lunga fresa per la lavorazione di un pezzo cilindrico in plastica, quando la sua camicia sarebbe rimasta agganciata nel macchinario. L’imprenditore avrebbe urtato violentemente il suo stesso macchinario, perdendo la vita presumibilmente sul colpo.

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L’impegno nel mondo del volontariato

Un incidente la cui dinamica sembra chiara: a trovare il corpo del 79enne è stato il genero Armando Platto, a cui nella serata di domenica la moglie Maria Chiara, aveva chiesto di

controllare di persona come mai il padre, che alla famiglia aveva spiegato di doversi occupare di un lavoro, non fosse ancora rincasato. «Mio padre era un uomo onesto, un gran lavoratore – ricorda la figlia Maria Chiara, ematologa al Papa Giovanni XXIII e ricercatrice all’Università di Milano –. Da ragazzo non aveva avuto la possibilità di studiare, e così ha frequentato l’istituto tecnico e ottenuto il diploma di perito meccanico facendo lezioni serali, quando già lavorava. Ma non è stato solo un gran lavoratore. Ha fatto il volontario in Bolivia per due anni, contribuendo alla missione di Cochabamba per la costruzione di strutture per i bambini, quindi in Belgio e in Francia. In Turchia ha contribuito a realizzare una scultura in omaggio alle vittime della Prima guerra mondiale. Ed è stato sempre un cattolico devoto: ha fatto il catechista, è stato membro del Consiglio pastorale, del Consiglio diocesano».

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«Beppe era una persona buona»

Finazzi, che aveva fondato la sua azienda a Telgate nel 1979, lascia la moglie Luisa e, oltre alla figlia Maria Chiara, il figlio Francesco, docente di Statistica all’Università degli Studi di Bergamo, e i suoi tre amati nipotini. In queste ore sono molti gli amici a piangere la sua scomparsa: «Beppe era una persona buona, sempre pronto ad aiutare gli altri – ricorda l’amico Angelo Giavarini –. È stato il mio testimone di nozze, e posso confermare la sua assoluta devozione al lavoro: una devozione fatta non solo di fatica ma anche di testa, Beppe era davvero un ottimo professionista e progettista. Ci mancherà molto».

La salma di Finazzi è stata composta nella camera mortuaria del cimitero di Telgate: la data dei funerali non è ancora stata resa nota. Sul luogo dell’incidente domenica sera sono intervenuti un’ambulanza del 118, i vigili del fuoco di Palazzolo sull’Oglio, i carabinieri di Grumello e il personale dell’Ats che oggi, attraverso le parole del responsabile dell’area Sicurezza Sergio Piazzolla, ricorda l’importanza delle misure di prevenzione sui luoghi di lavoro.

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