Movida «molesta» in Bergamasca, scatta la linea dura

Estate e sicurezza Il sindaco chiede più forze di polizia per i controlli: due risse in pochi giorni. «Sul lago 6mila persone per sera, ingestibile». Tra Romano e Covo controlli inaspriti, Alzano vara ordinanze.

La scuola lasciata alla spalle, le regole Covid allentate, e qualcuno si lascia un po’ troppo andare. Tanto da rendere invivibile le notti, in alcune «zone calde» della Bergamasca. Assembramenti, schiamazzi notturni, risse. Una situazione che ha portato il primo cittadino di Sarnico, Giorgio Bertazzoli, a chiedere aiuto a prefetto e questore, ottenendo collaborazione e l’impegno a ritrovarsi per trovare una soluzione. Che, per Bertazzoli, si traduce in più controlli, quindi più forze dell’ordine a presidiare le zone calde di Sarnico. E, se servisse, a emanare una nuova ordinanza che obblighi i locali pubblici a chiudere a mezzanotte. Sul modello Bergamo.

A Sarnico

I fatti. Sabato sera l’ultima rissa in piazza Freti; pochi giorni prima, stessa scena sulla via Garibaldi, sedata, come la precedente, dai vigili. Protagonisti, sempre, giovani e giovanissimi che, spiega Bertazzoli, «scelgono Sarnico per trascorrere le loro serate. Il venerdì e sabato arrivano anche 5-6 mila persone a sera, parliamo di migliaia di ragazzi nel weekend e tanti si comportano bene, ma ci sono sempre gruppi di facinorosi che magari si ubriacano, iniziano a ingaggiare risse e provocano danni. Ho avuto molte lamentele da parte dei cittadini che non riescono più a dormire di notte».

A presidio del paese ci sono sei agenti di Polizia locale, «sto cercando l’agente stagionale e diventerebbero sette – prosegue Bertazzoli –. Il venerdì e sabato sera la nostra polizia lavora fino all’una e mezza di notte, il problema è che due agenti non sono sufficienti a gestire tante persone stipate anche in spazi ristretti – in 200 metri abbiamo otto locali –. E i Carabinieri hanno 8 Comuni da seguire, servono rinforzi». Così li ha chiesti lunedì in prefettura, dove è stato accolto insieme al comandante della Polizia locale Giovanni Peroni per illustrare il suo problema al Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico.

Qui ha richiesto l’aiuto del prefetto Enrico Ricci e questore Stanislao Schimera, «che ringrazio per il supporto alle nostre richieste» precisa aggiungendo che «giovedì (domani per chi legge, ndr) faremo un tavolo tecnico in questura, di sicuro arriveranno rinforzi di polizia e carabinieri». Oggi invece incontrerà i commercianti, «i gestori dei bar del lungolago e delle piazze vicine, quelli che chiudono tardi, anche dopo le 3 e 4 di notte, per confrontarci. E poi vedrà cosa fare con le mie ordinanze». Una è già in vigore dal 2014 e prevede lo spegnimento della musica alle 24, ma qui si medita di «restringere gli orari di apertura. A Bergamo i locali chiudono alle 24,30 – cita come esempio Bertazzoli – e altri all’1,30: sono quelli che firmano un patto con l’Amministrazione, impegnandosi ad esempio a non vendere alcol dopo una certa ora».

E che la situazione stia in alcuni casi andando fuori controllo lo dicono anche gli stessi esercenti, che fanno però alcuni distinguo. «La problematica non è nuova, siamo un paese turistico. Che poi in alcuni casi la situazione vada fuori controllo, è un altro discorso – spiega Matteo Cazzato, 29enne dal 2021 alla guida di Sarnicom –. La nostra associazione vuole garantire che i residenti non abbiano un disturbo eccessivo, ma sappiamo che un conto sono i clienti che al tavolo chiacchierano consumando un drink, un altro è una gang di ragazzini. Non vorremmo si arrivasse a misure troppo stringenti – precisa –. Incontrare i commercianti anche con i cittadini che si sono lamentati sarebbe la soluzione: occorre dialogo, confronto».

Emergenza diffusa

Un’emergenza comune a molti paesi, che «ciclicamente si presenta ogni anno alla chiusura delle scuole – spiega Arcangelo Di Nardo, comandante della Polizia locale di Romano di Lombardia, Covo e Bariano –: abbiamo raduni spontanei di ragazzi che ci creano problemi di vessazioni verso coetanei, di ordine pubblico e danneggiamenti. Finora lo abbiamo contrastato, anche con arresti di minorenni e ogni anno cerchiamo di prevenire con una forte attività di controllo». Anche i recenti scippi e tentativi di aggressione, oltre ai diversi casi di danneggiamenti sia a Covo che a Romano, sono stati contrastati: «Abbiamo identificato i giovani autori che sono stati denunciati e, coinvolte le famiglie, i danni sono stati ristorati».

Dal lago alla Bassa alle valli, ad Alzano Lombardo anche quest’anno il sindaco Camillo Bertocchi ha dovuto emanare le sue ordinanze su questi temi. L’ultimo provvedimento: «Abbiamo inasprito le sanzioni per i locali che non rispettano gli orari e regole dei dehors – spiega Bertocchi –: chiusura alle 23,30 e, se non la si rispetta, chiusura del dehor per 15 giorni che diventano 60 per la seconda volta e un anno per la terza volta. Per ora sta funzionando». Quanto alle bande di ragazzini «che dopo il Covid sono sempre presenti nei parchi o sui sagrati a bere alcolici, è scattato il divieto di consumarli». Azioni fatte nella convinzione che «se non si fa attività di prevenzione, i fatti spiacevoli succedono. I servizi serali e festivi della nostra Polizia locale sono concentrati su questo, cercando di non sanzionare, ma allontanando chi fa cose che non devono succedere». Su questa linea, permane in riva al Serio il divieto di consumare alcolici e bivaccare.

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