Un’isola di plastica incagliata tra i canneti del basso lago d’Iseo

SEBINO. A dare l’allarme i cittadini. Le piene dell’Oglio e degli affluenti portano rifiuti. Ma per poter intervenire all’Autorità di bacino serve l’ok dalla Provincia di Brescia.

Una selva di bottiglie di plastica, taniche, tanichette e contenitori vuoti che galleggiano sul lago nel Basso Sebino a formare una sorta di isolotto di rifiuti «incagliato» tra i canneti di fronte al lungolago di Sarnico. È la situazione - non nuova - che in molti in questi giorni si sono trovati davanti agli occhi passeggiando su un tratto del lungolago delle Ninfee della vicina Paratico, nella zona dei cantieri nautici in località Tengattini. Uno «spettacolo» che ha lasciato l’amaro in bocca anche ad alcuni bergamaschi che, sfruttando le ore di sole, hanno prolungato la loro passeggiata superando il ponte che divide le due province e hanno deciso di documentare con alcune fotografie i numerosi rifiuti in plastica accumulatisi tra i canneti dove vivono e nidificano diverse specie di uccelli, per poi segnalare la situazione agli enti.

«Ci stiamo lavorando – spiega il presidente dell’Autorità di bacino lacuale, Alessio Rinaldi -, ma per poter intervenire con il recupero e il corretto smaltimento dei rifiuti tra i canneti dobbiamo prima ottenere l’autorizzazione ambientale dalla Provincia di Brescia per potervi accedere con il Truxor, il mezzo anfibio che i dipendenti della società Manutenzione e promozione laghi utilizzano per interventi di questo genere. Una volta che avremo il via libera per entrare nel canneto potremo calendarizzare l’intervento».

Due anni fa un maxi intervento

Non è la prima volta che tra i canneti del basso lago si incastrano bottiglie di plastica e rifiuti di vario genere trasportati a valle dalle piene del fiume Oglio e dai torrenti, ingrossati dalle piogge delle ultime settimane, che sfociano nel Sebino da entrambe le sponde del lago. Storicamente la situazione più critica è quella delle Lamette, cioè quella parte a lago della Riserva naturale delle Torbiere, che due anni fa è stata oggetto di un maxi intervento di pulizia da circa 150mila euro. «Avevamo partecipato a un bando regionale del settore Ambiente di Regione Lombardia, ottenendo un contributo ad hoc per quel particolare intervento di recupero dei rifiuti – prosegue Rinaldi -, che ci aveva permesso di recuperare e smaltire 12 tonnellate di plastica e rifiuti rimasti per decenni all’interno del canneto delle Lamette. Ci auguriamo che possa essere replicata la medesima linea di finanziamento, per poter provare a ottenere ulteriori fondi dedicati a questo tipo di interventi».

Non trattandosi di un ente con competenze ambientali, infatti, Autorità di bacino non ha capitoli di spesa a bilancio dedicati al recupero dei rifiuti dai canneti, al contrario degli stanziamenti per il legname flottante e le macrofite. «Tronchi galleggianti e alghe possono creare problemi alla navigazione – conclude Rinaldi –, per questo ogni anno otteniamo dei contributi per gestirne il recupero, mentre nel caso del canneto di Paratico andremo ad attingere al riparto dei fondi derivanti dall’avanzo di amministrazione 2023 e destinati ai comuni per le manutenzioni».

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