Vaccini, nelle Rsa terza dose ancora in stallo. In Lombardia somministrazioni al 90%

Dopo lo stop di venerdì a Moderna nelle case di riposo, lunedì 11 ottobre ad Ats non sono arrivati aggiornamenti. Moratti: «Siamo la prima Regione in Italia». Al via le inoculazioni «booster» ai sanitari. Remuzzi: «Fondamentali».

Nove su dieci. Tanti sono i lombardi oltre i 12 anni – età minima per l’iniezione – che hanno aderito alla campagna vaccinale anti-Covid: uno «straordinario traguardo», secondo Letizia Moratti, vicepresidente lombarda e assessore regionale al Welfare. «8,1 milioni di lombardi su 8.966.991 over 12 della platea Istat hanno detto sì al vaccino – il punto tracciato da Moratti -: il 90% ha ricevuto almeno una dose, l’87% è già stato vaccinato completamente. Siamo la prima Regione d’Italia con 15,3 milioni di somministrazioni effettuate in soli 9 mesi. Se fosse uno Stato, la Lombardia sarebbe terza in Europa dietro Portogallo e Danimarca, quarta al mondo dopo anche Israele. Buone notizie per la fascia 20-70 anni, quella dei lavoratori – rileva la vicepresidente -: 91% di adesioni, 90% di vaccinati con almeno una dose, 86% di vaccinati completi». «Procede ottimamente» la fase delle terze dosi, aggiunge Moratti, parlando di «esemplare senso civico dei cittadini lombardi e a medici, personale sanitario e amministrativo, esercito, protezione civile e volontari».

L’attesa delle Rsa

Da risolvere resta il nodo delle dosi «booster» nelle case di riposo, dopo lo stop a Moderna indicato venerdì dal ministero della Salute e confermato il giorno seguente da Regione e Ats Bergamo. Le Rsa bergamasche avrebbero infatti dovuto usare Moderna per le terze dosi a partire da ieri, ma il nuovo «giro» è stato fermato. Quando si comincerà? Dall’Ats ieri è stato comunicato che «al momento non ci sono aggiornamenti». Dalla Regione, viene comunque indicato che nelle Rsa si procederà «alla somministrazione della dose “booster” agli ospiti e agli operatori con vaccino Comirnaty (Pfizer-Biontech)». Sarà da fare anche un nuovo lavoro burocratico, perché per esempio andranno ricompilati i consensi informati.

Sanità, le prime terze dosi

Intanto da ieri sono cominciate le terze dosi per i primi operatori sanitari, per cui il lavoro di raccolta delle adesioni è continuo, con le somministrazioni che aumenteranno a partire dai prossimi giorni. L’Asst Bergamo Est anche per questo target è operativa tra gli hub di Chiuduno, Clusone e Rogno, e col centro vaccinale ospedaliero di Alzano, e dalla tarda mattinata di ieri sono iniziate le inoculazioni: «Sono contenta di aver fatto la terza dose – sottolinea Adriana Alborghetti, alla guida della Direzione delle professioni sanitarie e sociali dell’Asst Bergamo Est e responsabile organizzativa dei centri vaccinali -. La terza dose dà più sicurezza, e farla trasmette un messaggio utile: speriamo che la terza dose, ancorché non obbligatoria, sia accettata da tutti. I vaccini ci sono, la disponibilità organizzativa anche: è una fase importante».

Anche per gli operatori sanitari è possibile la co-somministrazione del vaccino antinfluenzale. Tra i primi ri-vaccinati, ieri a Chiuduno c’era anche Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri: «È importantissimo che tutti si vaccinino, ed è estremamente importante che certe categorie professionali o di malati ricevano anche la terza dose – le parole dello scienziato, che aveva ricevuto la prima dose nel V-Day del 27 dicembre e che ieri ha fatto anche l’antinfluenzale -. I vaccini proteggono anche dalle varianti. In primavera senza mascherina nei luoghi chiusi? Probabilmente sì, se tutti saranno vaccinati».

Anche ieri l’«Asst Papa Giovanni ha iniziato con le prime vaccinazioni “booster” per i propri dipendenti – spiega l’azienda in una nota -. La terza dose viene proposta in associazione all’antinfluenzale. A giorni si attende l’attivazione del sistema di prenotazione unico regionale attraverso il portale di Poste italiane anche per il personale sanitario». Non ha invece cominciato ieri l’Asst Bergamo Ovest; sul fronte del privato accreditato, Humanitas «sta lavorando per dare indicazioni ai propri operatori», mentre gli Istituti ospedalieri bergamaschi si stanno «organizzando per partire nell’arco di una settimana circa, sia al Policlinico San Pietro sia al Policlinico San Marco». In attesa c’è anche chi non lavora in strutture di ricovero e cura, cioè la fetta più ampia dei 24 mila camici bianchi bergamaschi: occorre che sul portale delle prenotazioni regionali sia inserito l’apposito «pulsante» che permetterà loro di fissare un appuntamento negli hub vaccinali.

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