Daniele e Alessia: «Ecco perché abbiamo scelto di tornare qui a Roncobello»

Val Brembana. La storia della famiglia Cattaneo, due figli piccoli. Originari entrambi del piccolo paese dell’alta valle, sono tornati a vivere in quota nonostante le scomodità. «Ci sentiamo parte di una comunità». Su L’Eco del 7 febbraio i risultati di una ricerca Ipsos commissionata dalle Comunità montane sulla percezione della montagna.

«Qui ci sentiamo parte di una comunità, prima eravamo solo un numero tra tanti». Daniele Cattaneo, 39 anni, riassume così, con poche parole che vanno dritte al punto, i motivi che lo hanno spinto, con la moglie Alessia (39 anni) e i figli Adam (4 anni) e Viola (nata pochi giorni fa), a tornare a vivere a Roncobello. «Sia io che Alessia – racconta Daniele – siamo originari di Roncobello, ma quando lei è tornata dall’Erasmus ci siamo trasferiti a Petosino perché io lavoro alla Brembo a Stezzano e lei insegnava inglese in città. Ci era sembrata la scelta più comoda per tutto. Siamo sempre rimasti legati però a Roncobello, dove tornavamo ogni weekend e per le vacanze. Così abbiamo iniziato a pensare di tornarci in pianta stabile».

Una scelta, quella di Daniele e Alessia, in controtendenza con lo spopolamento in atto nelle valli, con giovani e famiglie con bambini si spostano verso la città in cerca di lavoro e opportunità. «Con la nascita del nostro primo figlio, il pensiero si è fatto ancora più forte e abbiamo quindi comprato un appartamento a Baresi, all’inizio come seconda casa. Poi è arrivato il Covid-19 e il lockdown e siamo rimasti a viverlo proprio nella nostra casa di Baresi. E questo ha dato un’ulteriore spinta alla nostra decisione, perché il lockdown a Petosino sarebbe stato più difficile».

Da luglio 2022, poi, la famiglia di Daniele e Alessia si è definitivamente trasferita a Roncobello. «Per alcuni aspetti sicuramente è scomodo, come per me per andare al lavoro – spiega – (mentre mia moglie ora insegna alle medie a Sedrina), ma i vantaggi sono secondo noi molti più degli svantaggi. Nostro figlio ad esempio può giocare fuori casa senza pericoli di traffico e ha una grande libertà, oltre che molti più stimoli. Io poi ho la passione per la montagna, l’arrampicata, lo scialpinismo e se ho tempo libero qui posso fare tutte queste attività che mi fanno stare bene, mentre prima no. Ho barattato volentieri i 50 km di strada dal posto di lavoro per vivere in un luogo dove davvero sto e stiamo bene. Sento di staccare anche dallo stress mentale».

Su L’Eco di Bergamo in edicola martedì 7 febbraio due pagine di storie e approfondimenti dedicati alla ricerca Ipsos sulla percezione della montagna degli italiani, uno studio commissionato dalle Comunità montane, dal quale emerge un’immagine abbastanza stereotipata delle terre alte.

Approfondisci l'argomento sulla copia digitale de L'Eco di Bergamo del 7 febbraio

© RIPRODUZIONE RISERVATA