L’ospedale Papa Giovanni XXIII è Covid free. «Una buona notizia, ma restiamo vigili»

IL REPORT. Per la prima volta dall’inizio della pandemia tutti i reparti senza pazienti positivi. Stasi: «È stato fatto un grande lavoro organizzativo: disponiamo di un nuovo modello».

Nessuno in pronto soccorso. Nessuno in Malattie infettive. Nessuno in Terapia infettiva. Nessuno negli altri reparti. Voce dopo voce, reparto dopo reparto, la tabella restituisce un risultato chiaro e atteso: zero pazienti Covid, nessun ricoverato positivo al Sars-CoV-2. Ieri mattina, per la prima volta da quando tutto è iniziato, il «Papa Giovanni» non aveva alcun paziente positivo ricoverato.

Anche San Giovanni Bianco

Un risultato in un certo senso storico, seppur destinato a possibili oscillazioni come è costantemente avvenuto nel corso della pandemia. È però sicuramente un giro di boa significativo, qui nell’ospedale che diventò simbolo della «resistenza» alla fase più drammatica della prima ondata. La situazione di «Covid free» peraltro si estende anche all’ospedale di San Giovanni Bianco, l’altro polo ospedaliero che fa capo all’Asst cittadina.

«Restiamo vigili», premette Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst «Papa Giovanni»: «Siamo molto felici, questa è un’ottima notizia: non abbiamo mai avuto alcun momento con una situazione “Covid free” in tutti i reparti». Dal primo paziente ufficializzato la mattina del 23 febbraio 2020, è stata una continua rincorsa organizzativa. Ai momenti più aspri, di stress altissimo, sono seguite poi ondate sempre più tenui, ma con la costante presenza di pazienti positivi fino ai scorsi giorni. Quasi 8mila i ricoverati dall’inizio dell’emergenza al «Papa Giovanni»: da febbraio 2020 al 31 dicembre 2022 si contavano infatti 7.794 ricoveri Covid (7.186 al «Papa Giovanni», 214 nell’ospedale allestito in Fiera e 394 a San Giovanni Bianco), di cui 1.327 con almeno un giorno di degenza in area critica. Sul picco della prima ondata, si arrivò a oltre 500 ricoverati Covid in contemporanea, più di 100 in Terapia intensiva.

«Buon auspicio per il futuro»

La notizia, prosegue Stasi, «speriamo sia di buon auspicio per il futuro. Restiamo vigili – ribadisce la dg, ieri invitata come relatrice a Roma al secondo Open Meeting dei grandi ospedali italiani, dove si è anche parlato dell’eredità della pandemia anche dal punto di vista organizzativo -: abbiamo una nuova organizzazione e seguiamo le procedure. È stato realizzato un grande lavoro che ha consentito di mantenere alta l’attenzione e ha previsto costantemente la permanenza di un doppio percorso (cioè percorsi divisi tra pazienti Covid e pazienti non-Covid, ndr)».

«È stato realizzato un grande lavoro che ha consentito di mantenere alta l’attenzione e ha previsto costantemente la permanenza di un doppio percorso Covid e Covid free»

Visto quello che ha rappresentato il Covid a Bergamo, «questa mi sembra una buona notizia per la comunità bergamasca – aggiunge la dg del “Papa Giovanni” -. Ogni giorno riceviamo dal bed manager (figura che all’interno dell’ospedale contribuisce all’organizzazione e gestione dei posti letto, ndr) un quadro di tutti i ricoverati nella terapia intensiva e nelle coorti: oggi (ieri per chi legge, ndr) è stato l’unico giorno da inizio pandemia in cui è stata riscontrata una situazione di zero ricoveri Covid».

Venerdì 26 maggio il ministero della Salute diffonderà il nuovo bollettino settimanale sul Covid, al cui interno si ritrovano anche i dati sui ricoverati trasmessi nella giornata di giovedì dalle Regioni. Il report della scorsa settimana dava conto peraltro di una situazione ai minimi, per la Lombardia: mercoledì 17 maggio si era scesi a un totale di 125 pazienti Covid nell’intera regione e quello rappresentava il dato più basso dal 26 febbraio 2020, cioè in pratica da inizio pandemia. Il «risultato» del «Papa Giovanni» s’inserisce in una tendenza di ulteriore serenità, a più di tre anni dall’inizio di tutto.

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