(Foto di Armeli)
IL FUNERALE. La comunità di Trescore e il mondo sanitario bergamasco hanno dato l’addio al professore scomparso il 6 dicembre a 87 anni.
Trescore
La parrocchia del paese, gremita di cittadini, operatori sanitari e rappresentanti delle istituzioni, ha accolto i funerali nel pomeriggio di ieri, in un clima di profonda riconoscenza verso una figura considerata «visionaria» nella cura delle malattie neurodegenerative.
Cammarota ha trascorso gli ultimi giorni proprio al Sant’Isidoro, l’ospedale che contribuì a rilanciare grazie alla collaborazione pubblico-privato avviata con il Bolognini di Seriate, oggi Asst Bergamo Est. Una struttura trasformata dalla sua capacità di innovare e di mettere al centro i pazienti più fragili, segno di un legame professionale e umano rimasto intatto fino alla fine.
Il parroco don Mauro Arizzi ha sottolineato il ruolo decisivo di Cammarota: «Si deve molto a lui la continuità del servizio del Sant’Isidoro e delle altre strutture che ha seguito. Sognava e realizzava, esigente con sé stesso e con gli altri. L’ospedale era la sua casa».
Sotto la sua guida, la Ferb – Fondazione europea di ricerca biomedica è diventata un punto di riferimento regionale: dalla riabilitazione del Parkinson a Trescore, al Centro Alzheimer di Gazzaniga, dall’Hospice di Calcinate al centro di riabilitazione specialistica di Cassano d’Adda.
Don Arizzi ha evocato anche la sua profonda umanità: «Il sorriso, gli occhi luminosi, una lacrima: è stato il suo ultimo saluto. Bisogna continuare a sognare e a realizzare i sogni». Prima della tumulazione, chi lo ha conosciuto ha ricordato la sua etica del lavoro: «Faceva tanto, in silenzio e con altissima qualità. La sua regola era la disciplina e l’umiltà».
Il professor Cammarota lascia un segno indelebile nella sanità lombarda: una vita dedicata alla cura, all’innovazione e alla costruzione di servizi fondamentali per la comunità.
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