Albano piange Vittorio Barcella, ex assessore e «nonno alpino»

Il lutto. Si è spento a 85 anni. Per più di trenta aveva guidato le penne nere, un mese fa l’ultima visita in sede. «In pandemia aveva tinteggiato le pareti».

Dopo la morte di Enzo Fiocchi, responsabile della protezione civile di Albano, già comandante della Polizia intercomunale dei Colli ed ex assessore alla Sicurezza, un altro lutto ha colpito il paese a distanza di pochissime ore. Venerdì si è infatti spento Vittorio Barcella, 85 anni, che ha guidato gli alpini del paese per oltre 30 anni ed era ora capogruppo onorario. In paese Barcella era per molti «il nonno alpino». Ma non è stato solamente questo il suo impegno. In passato si è speso anche nell’amministrazione comunale locale: tra il 1985 e il 1990 aveva rivestito l’incarico di assessore all’Urbanistica e Lavori pubblici nella squadra con il sindaco Giacomo Zanetti.

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La salma è stata portata alla casa del commiato «La Pace» a San Paolo d’Argon e questa sera alle 20,30 sarà trasferita alla sede delle penne nere di Albano. Lunedì alle 15 sarà celebrato il funerale nella chiesa parrocchiale, seguirà la tumulazione nel cimitero del paese. La scomparsa di Barcella lascia nel dolore il figlio Marco, tutti i familiari e gli amici. «È sempre stato molto impegnato negli alpini, la sede era la sua seconda casa. Un mese fa ha voluto recarsi lì ed è stata l’ultima volta – ricorda il figlio –. Era molto operativo e tra gli interventi fatti come alpino, ricordo la sistemazione del sentiero che porta alla collina di San Giorgio. Nella veste di assessore con il sindaco Zanetti, ha disposto la sistemazione del cimitero del nostro paese. Inoltre aveva collaborato per l’allestimento del presepe vivente. Gli avevano riconosciuto l’encomio di Cavaliere del lavoro negli anni in cui Craxi fu presidente del Consiglio».

A parlare del grande impegno sul territorio di Vittorio Barcella è anche Clarino Marchesi, attuale capogruppo degli alpini di Albano: «Ora tutto qui ci dice di lui, era il factotum. Aveva contribuito a fondare questa sede che abbiamo inaugurato nel 1997, il 17 settembre. Lui l’aveva voluta fortemente ed era come una casa. Faceva tutto, stava in cucina, organizzava le cose e le eseguiva manualmente. Ad esempio stirava, non si tirava mai indietro. Durante l’emergenza Covid aveva tinteggiato anche le pareti della nostra sede». Il gruppo Ana di Albano è composto da 160 persone tra associati e amici. «Lui ha rappresentato un pilastro, un pezzo portante di questo gruppo – conclude Marchesi –. Non lo dimenticheremo mai».

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