Nati in Italia, ad Albano i figli di stranieri saranno cittadini onorari

ALBANO SANT’ALESSANDRO. Il sindaco di Fratelli d’Italia e il suo vice del Pd portano in Consiglio la proposta per bambini e ragazzi: «Vogliamo dire che per noi sono italiani». Un riconoscimento simbolico, il 4 maggio sarà per ora conferito ai ragazzini di terza media.

La cittadinanza onoraria ai figli - under 18 - di immigrati, che sono nati in Italia e sono residenti ad Albano Sant’Alessandro. È la proposta di una maggioranza in cui è decisamente rappresentato un ampio spettro dell’arco costituzionale: il sindaco è di Fratelli d’Italia, il suo vice del Partito democratico. E viene da questo eterogeneo gruppo la proposta di rendere cittadini onorari i figli nati in Italia da genitori stranieri. Una specie di «ius soli», ma onorario. Quindi, puramente simbolico. Se ne si discuterà nella prossima seduta del Consiglio comunale che si riunirà martedì 18 aprile, nella sala consiliare del municipio. Si tratta di un riconoscimento simbolico da offrire ai bambini e ragazzi nati e residenti in paese.

L’iniziativa

I bambini e le bambine figli di stranieri, che nascono in Italia, in base alla normativa attuale possono ottenere la cittadinanza in due modi: in seguito alla cittadinanza attribuita ai genitori dopo dieci anni di residenza legale, o con una richiesta di cittadinanza effettuata al compimento del diciottesimo anno di età. A proporre l’iniziativa nata per includere, sono gli amministratori del gruppo consiliare di maggioranza «Riparti Albano» guidata dal sindaco Gianmario Zanga. Si tratta di una lista civica a tutti gli effetti, il primo cittadino milita in Fratelli d’Italia mentre il suo vice, Fabrizio Mologni, è tra le file del Partito democratico. Al di là delle differenze di colori politici, ci sono i valori che li uniscono. E il tema dell’integrazione è uno di questi.

«Fanno parte della comunità»

«La cittadinanza onoraria non dà particolari diritti, ma grazie a questa iniziativa stiamo mandando un messaggio chiaro ai bambini stranieri, che sono nati in Italia, rispettano le nostre regole, le nostre leggi e il senso civico – dichiara il primo cittadino –. Vogliamo dire loro che per noi, anche se non hanno ancora la cittadinanza, sono italiani. Fanno parte della nostra comunità». «Ma è un segnale chiaro anche per i nostri politici – prosegue il sindaco -: per il momento non è stata aggiornata la normativa sulla cittadinanza italiana. Ne hanno parlato tutte le parti politiche, sia a destra che a sinistra. Ci sono diverse idee. Per ora è in vigore la normativa sulla cittadinanza del 1992».

Il 4 maggio ai ragazzi di terza media

Intanto, il 4 maggio ad Albano è prevista la consegna della copia della Costituzione ai diciottenni e, per ora come primo step, la consegna della cittadinanza onoraria ai 23 ragazzini e ragazzine che frequentano la terza media, nati da genitori stranieri. Gli stranieri ad Albano rappresentano il 13,5% della popolazione residente e 229 sono minorenni.

«Riconoscimento simbolico»

«Siamo partiti da alcuni dati – chiarisce Mologni –: ad Albano sono residenti 1.100 stranieri. Di fronte a questa situazione abbiamo valutato le diverse modalità di comportamento. Abbiamo escluso l’emarginazione che porta intolleranza, crea tensione e insofferenza. L’altra via che riteniamo utile, è quella dei percorsi che portano all’integrazione». «Ho proposto questo progetto (di cittadinanza onoraria) alla Giunta, per contribuire all’inserimento di questi ragazzi – afferma il vicesindaco –. Ci sembra giusto favorire l’integrazione dei bambini che parlano l’italiano, studiano la storia d’Italia, sono figli di cittadini stranieri che lavorano e pagano le tasse in Italia. La cittadinanza onoraria è un riconoscimento simbolico, sarà la legge italiana che riconoscerà loro i diritti. La nostra comunità gli pone attenzione. Li consideriamo parte della nostra comunità. Come Comune li aiutiamo a mantenere le loro tradizioni, c’è il corso di arabo per bambini nei locali comunali. C’è anche un discorso di utilità sociale, e non solo di giustizia sociale, ed è legato all’inserimento lavorativo. In collaborazione con associazioni imprenditoriali e la scuola, stiamo pensando ad iniziative di orientamento scolastico, che contribuiscano alle necessità economiche delle nostre comunità».

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