Operazione «speciale» delle penne nere a Bergamo, ripulito il monumento degli alpini

IN AZIONE. Sonzogni: «Un gesto per sensibilizzare tutti sull’opera d’arte assediata dai concerti». E preme per il restauro. L’assessore Rota conferma l’impegno per il monitoraggio della struttura.

L’alpino di bronzo si inerpica sul sentiero tra da due pareti di roccia alte più di 20 metri: è il monumento degli alpini nell’omonimo piazzale. E sabato le penne nere lo hanno ripulito. «È un gesto che compiamo per richiamare l’attenzione e la sensibilità di tutti su un monumento così importante per la città», ha detto Giorgio Sonzogni, presidente dell’Ana (Associazione nazionale alpini) di Bergamo, accompagnato sul posto dal vicepresidente vicario Gianpietro Vavassori e dal consigliere Paolo Valoti, che è anche coordinatore dell’unione bergamasca sezioni e sottosezioni del Cai.

La pulizia della protezione civile alpina

Fin dalle prime ore del mattino si è presentata una squadra attrezzata di tutto punto, con i mezzi anche della protezione civile alpina. Uno di questi era della squadra antincendio, che ha sfoderato due lance collegate al compressore: con un getto d’acqua, due uomini in uniforme arancione hanno ripulito il monumento fin dove potevano. Prima, però, un’altra squadra aveva tolto muschi, cartacce, plastica, incrostazioni e sporcizie varie dal basamento e dalla vasca. Ed è stato spruzzato persino del disinfettante. Verso mezzogiorno il lavoro è finito.

Sensibilità e rispetto

La sensibilità e il rispetto che si vogliono richiamare, peraltro, non sono solo quelli della cittadinanza, ma anche dell’amministrazione. La stessa sindaca Elena Carnevali, all’assemblea Ana del marzo scorso, aveva dichiarato: «Il 2026 segnerà il 105° anniversario della sezione Ana di Bergamo, un momento significativo che vogliamo onorare insieme per il restauro del monumento dedicato agli Alpini». Sonzogni ha aggiunto sabato: «All’attenzione già manifestata dalla sindaca sono seguiti i sopralluoghi degli assessori Valesini e Rota. Ora, non lo dico per polemica, ma non abbiamo condiviso le scelte fatte per il piazzale», dove, a suo dire, il monumento è quasi «assediato» dal palco dei concerti, senza «fascia di rispetto».

Manutenzione scarsa

Quanto al restauro, poi, Sonzogni preme: «L’ultima manutenzione completa fu fatta nel ’98 grazie al contributo del cavalier Domenico Bosatelli, orgogliosamente alpino e conducente di muli. Da allora, più nulla». C’è bisogno, ha detto, di verificare «le condizioni statiche» e la tenuta delle lastre di ardesia. Sul primo punto, l’assessore alla Rigenerazione urbana Francesco Valesini nota che «il gestore ha fatto il possibile. Una fascia di rispetto attorno al monumento sarà possibile quando gli spazi della piazza, con lo spostamento di Bergamo Scienza dall’Urban Center al Palazzo della Libertà, potranno essere rivisti». Sul secondo, risponde l’assessore ai Lavori pubblici Ferruccio Rota: «Confermo l’impegno per una pulizia del monumento entro il 2026; e, in vista del ’29, possibile data dell’adunata, per un monitoraggio della struttura finalizzato al restauro».

La storia del monumento

L’opera d’arte, concepita dallo scultore bolognese Peppino Marzot e dagli architetti Giuseppe Gambirasio e Aurelio Cortesi, fu inaugurata nel 1962 da Amintore Fanfani e Giulio Andreotti, sindaco Tino Simoncini (alpino e medagliato), e benedetta dal Vescovo Giuseppe Piazzi. «Voluta e pagata dagli alpini di Bergamo», come ha ricordato Sonzogni, per

«Noi ricordiamo i morti per aiutare i vivi. Ci interessa il “monumento vivente”»

risarcirla del trasloco a Milano del monumento al 5° Reggimento che si trovava nella piazzetta prospiciente alla Carrara, fu «affidata» alla città dall’allora presidente sezionale Giovanni Gori, nonno dell’ex sindaco Giorgio. Ma, conclude, Sonzogni, «noi ricordiamo i morti per aiutare i vivi. Ci interessa il “monumento vivente”». Di questi «monumenti viventi» ricorda l’asilo costruito in Russia, a Rossosch, nel 1993, e la Casa di Endine Gaiano che oggi ospita 13 disabili. «Abbiamo un progetto del valore di 4 milioni per ristrutturarla e rimetterla a norma». Obiettivo, concretizzare questo sogno per il 2029, quando, forse, Bergamo tornerà ad ospitare un’adunata nazionale dopo quella del 2010.

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