Strage di via Palestro: «Non sono io la donna dell’auto-bomba»

Albano Sant’Alessandro La 57enne, indagata per l’esplosione che nel 1993 fece 5 vittime a Milano, davanti ai pm nega coinvolgimenti.

Quasi tre ore davanti ai pm della Dda di Firenze che l’accusano di aver guidato la Fiat Uno imbottita di tritolo che venne parcheggiata in via Palestro a Milano il 27 luglio 1993 ed esplose causando 5 vittime. Rosa Belotti, 57 anni, di Albano Sant’Alessandro, durante l’interrogatorio nel palazzo della Procura fiorentina nella giornata di giovedì 10 marzo ha ribadito di non essere lei la donna notata da due testimoni quella sera di 29 anni fa . Aveva lasciato il carcere nel marzo di quell’anno dopo l’arresto in un’operazione di droga in cui era finito in manette anche il suo compagno, Rocco Di Lorenzo, casertano di Mondragone, ora 65enne, all’epoca gestore di un bar a Scanzorosciate e ora in carcere dopo la condanna in appello a 11 anni per estorsioni ai danni di imprenditori bergamaschi.

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All’epoca Belotti era madre di una bimba di pochi mesi e una di 7 anni. E figuriamoci, è quanto in sostanza ha sostenuto ieri, se aveva il tempo e la testa per partecipare a una strage . Sono gli unici particolari che trapelano dall’interrogatorio. «No comment», glissa il difensore, l’avvocato Emilio Tanfulla che l’ha assistita.

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La donna è stata perquisita il 3 marzo e risulta indagata per associazione di stampo mafioso finalizzata alla strage, con le aggravanti di aver agito per finalità di terrorismo e di eversione e

per agevolare l’attività di Cosa Nostra nell’inchiesta che ha già portato alla condanna definitiva dei mandanti degli attentati, mafiosi del calibro di Totò Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano e Matteo Messina Denaro . In particolare, due sono gli episodi oggetto degli accertamenti, la strage di via Geogofili del 27 maggio 1993 a Firenze e quella di via Palestro. Gli inquirenti sono risaliti a lei tramite una foto sequestrata nel 1993 in una villa ad Alcamo, in provincia di Trapani. Secondo un testimone era simile all’identikit della donna avvistata in via Palestro. Identikit che, comparato recentemente attraverso un sofisticato database, ha rivelato una presunta somiglianza con la foto segnaletica dell’epoca scattata a Belotti.

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