Arnosto, il Tar condanna il Comune per la delibera che escludeva il Centro studi

Fuipiano. Annullato l’atto della giunta che aveva mandato in soffitta la convenzione per il progetto della «Berghemhaus». Il direttore Carminati: chiederemo anche il risarcimento dei danni.

Colpo di scena in alta Valle Imagna. Il Tar ha annullato la decisione del Comune di Fuipiano di escludere da Arnosto il Centro studi Valle Imagna, che sempre col Comune, ma con la precedente amministrazione, aveva stretto una convenzione per realizzare un centro di accoglienza turistica e promozione culturale nell’antica dogana veneta. La scelta della giunta guidata dal sindaco Luigi Elena aveva di fatto messo in grave difficoltà il Centro studi, che nel frattempo ha traslocato il suo archivio da Fuipiano a Ponte San Pietro e si trova attualmente in una situazione di difficoltà economica. Il Tar ha però rigettato la richiesta di risarcimento da parte del Centro studi per i possibili danni arrecati dalla decisione del Comune, condannando quest’ultimo a pagare le spese di lite al Centro, 3.500 euro.

Il progetto abbandonato

L’attuale giunta di Fuipiano nel gennaio 2021 approvò una delibera che elencava alcune presunte mancanze nelle procedure adottate dalla precedente amministrazione comunale (guidata dal sindaco Valentina Zuccala) con il Centro Studi Valle Imagna e la Comunità Montana, nell’approvazione nel 2017 (riformulata nel 2018) della convenzione relativa al progetto «Berghemhaus, la Casa dei bergamini», un centro di animazione culturale di promozione dell’accoglienza nella contrada Arnosto. La convenzione prevedeva che il Comune avrebbe messo a disposizione per vent’anni, in forma gratuita, una parte dei locali di Arnosto, nei quali il Centro Studi avrebbe realizzato e gestito il progetto «Berghemhaus». Il costo complessivo si aggirava su un milione di euro, il primo lotto di 300.000 finanziato da un bando di Regione Lombardia è in fase di ultimazione, mentre il secondo lotto di 700.000 euro finanziato per 490.000 euro dalla Fondazione Cariplo, 85.000 dalla Comunità montana, altri 85.000 dal Comune di Fuipiano e 40.000 dal Centro Studi non è mai partito (e i finanziamenti quasi totalmente ritirati dopo la decisione del Comune di recedere dalla convenzione). La giunta dichiarò «l’inefficacia/ nullità dell’affidamento per la realizzazione del progetto “Berghemhaus” al Centro Studi, perché a monte non è stata posta in essere alcuna procedura ad evidenza pubblica e ci sono state irregolarità sulle procedure per realizzare il progetto». Tra le contestazioni, quella all’allora sindaca Valentina Zuccala, per un presunto conflitto di interesse in quanto era sia primo cittadino che membro del Centro studi.

Il ricorso e la sentenza

Il Centro Studi diretto da Antonio Carminati, il 29 marzo 2021 presentò ricorso al Tar tramite gli avvocati Denis Campana e Ettore Tacchini. Il Comune, difeso dagli avvocati Andrea Di Lascio e Saul Monzani, invocò l’inammissibilità del ricorso per difetto di giurisdizione del giudice amministrativo. Il Tar ha stabilito invece che il ricorso non solo è ammissibile, ma è anche fondato, specificando che non ci fu nessun conflitto di interessi per l’allora sindaca Zuccala e che la convenzione del 2018 è sciolta per «grave inadempimento» del Comune di Fuipiano. La delibera della giunta Elena infatti, è di tre anni e mezzo successiva all’atto amministrativo che andava ad annullare, un intervallo di tempo troppo ampio, visto che la legge concede 12 mesi di tempo per atti di autotutela di questo tipo.

Le reazioni

Sulla sentenza abbiamo sentito il parere dei diretti interessati: il sindaco di Fuipiano Luigi Elena si è limitato a dire: «Prendiamo atto della sentenza». L’ex sindaca Valentina Zuccala commenta: «Ho appreso della sentenza del tribunale amministrativo ed esprimo la mia soddisfazione perché la giustizia amministrativa dichiara la correttezza dell’operato dell’amministrazione Comunale che all’epoca rappresentavo in veste di sindaco, smentendo di fatto le illazioni espresse dall’attuale amministrazione nell’atto deliberativo del 2021.Esprimo altresì il forte rincrescimento e la personale preoccupazione, al di là della sentenza, che le sconsiderate ed a mio avviso immotivate azioni poste in atto dall’attuale amministrazione vanifichino il buon esito di un lavoro di anni che avrebbe potuto veramente rappresentare la rivitalizzazione della contrada di Arnosto ed il rilancio anche turistico di Fuipiano e dell’intera Valle Imagna». Il direttore del Centro Studi Antonio Carminati commenta così la sentenza: «Il tribunale ha dichiarato legittima la convenzione che era stata sottoscritta con il Comune - dice - spazzando via tutte le illazioni che erano state fatte. Per noi questo è importante. Purtroppo, ormai, il finanziamento di 590 mila euro è andato perso. Nei prossimi giorni valuteremo se proseguire nella causa per il risarcimento: noi, infatti, in base agli accordi sottoscritti con il Comune avevamo iniziato il progetto, nella parte gestionale, impegnando dei fondi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA