
Cronaca / Valle Imagna
Martedì 06 Maggio 2025
Cicloamatore morto alla Granfondo: mercoledì 7 maggio i funerali
BERBENNO. La celebrazione a Cavenago, dove abitava. Sarà presente il sindaco di Berbenno, Manuel Locatelli, con il gonfalone.
Saranno celebrati domani, 7 maggio, alle 10, nella chiesa parrocchiale di Caviaga, frazione di Cavenago d’Adda (Lodi), i funerali di Michele Negri, il cicloamatore di 31 anni, morto domenica mattina, a Berbenno, durante la BGY Airporto Granfondo di ciclismo. Alla cerimonia funebre prenderà parte anche una delegazione del Comune di Berbenno , con il sindaco Manuel Locatelli e l’agente di Polizia locale Christian Sigrisi, che porterà il Gonfalone del Comune. «Sarà il nostro segno di vicinanza alla comunità di Cavenago e alla famiglia, per la perdita di Michele», dice il sindaco. Che, ieri, insieme ai dipendenti comunali e alle leve civiche hanno portato un mazzo di fiori nel luogo dell’incidente.
Tra i primi in gara
Negri, che correva per il Team Mp Filtri di Milano, era tra i primi della gara (percorso lungo della granfondo) quando sul rettilineo in discesa di via Papa Giovanni XXIII a Berbenno, ha perso il controllo della bicicletta, finendo con il muro che delimita il marciapiede prima di via Don Bosco. Vani i tentativi del personale sanitario di salvarlo. Sul posto anche un addetto dell’organizzazione che ha provato ad utilizzare un defibrillatore installato proprio a pochi metri dal punto dell’impatto. Ma non c’è stato nulla da fare.
«Eravamo abituati a vederti perdere qualcosa, in discesa - è stato il saluto della sua squadra -. Sapevi che non era il tuo forte, e non avevi nessuna voglia di rischiare, tanto rientravi nella salita successiva. Quando stavi bene, non avevi rivali, quando c’era da andare in alto»
«Eravamo abituati a vederti perdere qualcosa, in discesa - è stato il saluto della sua squadra -. Sapevi che non era il tuo forte, e non avevi nessuna voglia di rischiare, tanto rientravi nella salita successiva. Quando stavi bene, non avevi rivali, quando c’era da andare in alto. Oggi ci siamo girati, e abbiamo visto che non ci hai ripreso. Ci siamo preoccupati, poi angosciati, poi disperati. Conosciamo bene i rischi che corriamo, ma scacciamo sempre il pensiero che possa toccare a noi o a uno di noi. Sappiamo che eri felice sulla bicicletta, e noi eravamo felici insieme a te. Dobbiamo ostinarci a continuare a pensarlo, a continuare a essere sicuri che tanto, prima o poi, ci riprendi in salita. Sarai sempre con noi».
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