C’è penuria di carta e mancano (anche) le forme per cuocere i panettoni

In provincia difficoltà a reperire gli articoli e le confezioni in uso nei negozi al dettaglio. I rincari anche energetici impattano sull’industria.

Il periodo delle festività natalizie è investito dal problema della penuria e del rincaro della carta, materiale largamente utilizzato per confezionare prodotti, articoli e regali. La carenza è sentita un po’ da tutti i negozianti che se ne lamentano con i fornitori, che però non hanno responsabilità. Emblematico ci sia carenza persino delle forme, involucri cartacei, usate per cuocere il panettone, dolce simbolo di Natale. Racconta Ulisse Poloni, presidente di Carta Orobica Poloni di Torre de’ Roveri, uno dei maggior fornitori di carta (e non solo) per il confezionamento, 53 addetti, serve 21 mila negozi di alimentari al dettaglio: «Abbiamo difficoltà a reperire la carta - dice - i nostri fornitori di sacchetti di carta non hanno i cartoni di imballo dove metterli per inviarceli. È in atto una speculazione ed è facile pensare che dietro ci sia la Cina, è lei che comanda il settore». Carta Orobica Poloni serve tutte le tipologie di negozio al dettaglio. «In questo periodo c’è carenza di dischi per le torte, di recente siamo rimasti senza le forme (gli involucri in carta) per la cottura dei panettoni che ancora oggi non si trovano. Pasticcerie e panetterie ce lo chiedono, ma fatichiamo a soddisfare tutti. Così anche i vassoi di cartone rettangolari o i dischi in cellulosa sempre per le pasticceria, non abbiamo la certezza che arrivino in tempi brevi». Continua Poloni: «I negozianti si lamentano ma non è colpa nostra. Il prezzo della carta ormai non è più discutibile, ma il problema è il reperimento». E c’è anche la carta per impacchettare i regali che scarseggia. «La situazione purtroppo è destinata ad andare avanti, qualcuno sta giocando con le nostre scorte».

La crisi investe anche Cartiere Pigna di Alzano Lombardo (controllata dal gruppo Buffetti). Dice l’a.d. Massimo Fagioli: «Il mondo della carta è in crisi, con rincari del 60-70% per il prodotto finito. La richiesta è alta e le cartiere sono molte meno. C’è incertezza sulla disponibilità del prodotto. Pigna compra tutta la carta in Italia». Per non parlare dei costi energetici con il prezzo del gas salito da 20 euro a megawatt di inizio anno a quasi 100 euro. Pigna non produce più la carta ma la acquista e la lavora per fare i quaderni: «I rincari della carta pesano sul quaderno per il 70%, abbiamo quindi un aumento notevole. Poi c’è il problema reperibilità perché oggi è difficile procurarsela e diventa poi difficile fare i listini. I prezzi dei quaderni per ora sono stati solo ritoccati, ma poco alla volta dovremo aumentarli, altrimenti ci troveremo con i margini dimezzati o azzerati. Noi restiamo positivi ma lo scenario che si prospetta davanti è imprevedibile. È un momento di grande incertezza. Quasi di più della situazione post emergenza Covid del 2020, perché è vero che allora c’erano state le chiusure qui ad Alzano, ma poi siamo ripartiti. ora c’è incertezza su tutto».

«La situazione si è ulteriormente aggravata - conferma Alberto Zattoni, presidente del gruppo cartai, cartotecnici, grafici ed editoriali di Confindustria Bergamo - e coinvolge molti comparti. Il problema è costituito dalle cartiere che hanno fermato la produzione o si sono convertite al packaging. E i rincari energetici per stampatori e industria cartaria impattano pesantemente». Le prospettive? «Per il primo semestre 2022 non vedo grandi spiragli».

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