Decine di chiamate alla sindaca dopo l’appello lanciato per riaprire l’unico bar

Azzone. A inizio mese l’articolo su «L’Eco di Bergamo» poi ripreso dalle tv nazionali. «Tantissime telefonate anche da lontano, ora speriamo di concretizzare. Disponibili ad aiutare i futuri gestori non facendo pagare le tasse comunali».

«Grazie al numero di richieste ricevute potremmo aprire cento bar ad Azzone, ma speriamo, davvero, che si riesca a riaprirne uno», è l’augurio della sindaca di Azzone Mirella Cotti Cometti che in questi giorni è stata letteralmente sommersa di chiamate di persone interessate alla gestione del bar che fino al 2019 era aperto nel centro del paese scalvino.

L’appello del Comune

«Tutto è partito dall’articolo della giornalista Alice Bassanesi pubblicato su L’Eco di Bergamo il 2 settembre scorso – spiega la sindaca ricordando che in paese l’unica attività aperta mezza giornata è un negozio dove si può comprare il pane e i giornali anche se il 3 ottobre al Dezzo riaprirà il bar Pizzeria

«In paese l’unica attività aperta mezza giornata è un negozio dove si può comprare il pane e i giornali anche se il 3 ottobre al Dezzo riaprirà il bar Pizzeria grazie a un commerciante di Boario

grazie ad un commerciante di Boario– un articolo che poi è stato notato da Rete 4 che durante il tg serale del 21 settembre ha ripreso la notizia. Da lì ho ricevuto circa un centinaio di telefonate. Solo questa mattina dalle 9 alle 12.30 mi avranno chiamato almeno 30 persone». Sorpresa ma anche soddisfatta la sindaca riferisce di aver ascoltato tante storie e ricevuto tantissime richieste, nessuna dalla Val di Scalve, tante da lontano, anche da fuori Regione.

«Hanno chiamato anche da Siena e dal Friuli – spiega – anche una giovane coppia di Milano che in città non ha trovato molte opportunità lavorative salvo fare i pony pizza. Ho ricevuto il curriculum anche di uno chef, e oggi una telefonata di una giovane pronta a venire in Val di Scalve anche subito. E qualcuno del paese si è detto sorpreso di tanta attenzione». La sindaca ha spiegato a tutti la situazione e condiviso i contatti dei proprietari dei locali, che ora potranno valutare diverse richieste confidando che tra le decine di contatti vi sia almeno una persona fortemente motivata a scegliere di cambiare vita e riaprire quel bar che per il piccolo paese di Azzone e per i suoi 377 residenti era un punto di incontro, un luogo di socialità importante.

«Come Comune, come già detto, siamo disponibili ad aiutare i futuri gestori, eliminando le tasse di nostra competenza e aiutandoli nella ricerca di bandi» ha concluso la sindaca.

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