
Cronaca / Valle Seriana
Domenica 03 Agosto 2025
L’impresa di Mario Poletti che segnò un modo nuovo di vivere le Orobie
LA STORIA. Nel 2005 l’atleta di Clusone fissò il record ancora imbattuto lungo gli 84 chilometri da Valcanale al Passo della Presolana. Fu un grande evento mediatico.

Giovedì 7 agosto il suo record compirà vent’anni, e se da allora super - Mario Poletti ha fisiologicamente perso i suoi poteri atletici – a aprile ha compiuto 56 anni – c’è un mondo, quello del trail e dello skyruuning, che nel tempo è cresciuto come suo figlio Filippo, che nelle immagini di repertorio di quell’indimenticabile domenica è uno scricciolo nella culla: «Oggi è alto 1,90, e il sentiero delle Orobie, se l’è percorso di buona lena la scorsa settimana con gli amici. La mia sfida era cronometrica, ma dietro c’era la volontà di dare un’attenzione alle nostre montagne che a quei tempi era ben diversa rispetto ai giorni nostri».
Il record
Da Valcanale al passo della Presolana, passando per i rifugi Laghi Gemelli, Calvi Brunone, Coca e Albani: 84 chilometri di distanza, con oltre 5.000 metri di dislivello. È la mappa di un sentiero delle Orobie che il Cai iniziò a tracciare a metà degli anni ’50, opera che concretizzò in maniera definitiva vent’anni dopo. Lì, su quell’alta via che idealmente abbraccia in modo semicircolare tutte le nostre montagne, Poletti mise le ali ai piedi tra sassi, lepri e caprioli, stabilendo un record di velocità (8 ore 52 minuti e 31 secondi), nato curiosamente al tavolo di un bar: «Alcuni mesi prima, quando incontrai a Clusone Giovanni Bettineschi di Promoeventi, che già aveva esperienza con il Giro d’Italia – ricorda Poletti (omonimo del prof di scienze motorie per anni cittì della nazionale Fispes di atletica leggera) - . Ero in una fase particolare della mia carriera, gli dissi che mi balenava questa idea, e il suo sostegno a livello organizzativo e di comunicazione (l’impresa venne ripresa da un elicottero, con commento tecnico dell’alpinista Simone Moro, ndr), fu una spinta fondamentale a dare concretezza alla cosa».
Erba e néf
Partenza da Valcanale alle 6 in punto del mattino, un riferimento, anzi due in testa. Sì, perché, se convenzionalmente, il precedente primato era riconosciuto a Renato Pasini (9h25’, stabilito nel 1982), c’era chi riteneva che «Forrest Gump» Battista Marchesi l’avesse chiuso qualche anno prima in 9h03’: «La pressione mediatica, divenne un carburante aggiuntivo nei momenti di crisi, che non mancarono – ricorda il seriano, la cui performance è diventata anche una canzone di Bepi & the Prismas (“Erba e nef”, inserito nell’album “Gleno”) - . Prima e dopo, non feci mai più distanze tanto lunghe. Filò tutto liscio sino al Coca, mentre da lì in avanti non mancarono i momenti di crisi anche se non ebbi mai i crampi. Fu fondamentale sapersi gestire e al tempo stesso disporre di tutti gli amici e gli ex compagni di allenamento che mi aiutarono nei vari tratti: soprattutto in discesa per le traiettorie, e nella ferrata in direzione del passo della Porta, passaggio obbligato per la cima Visolo, prologo alla discesa finale».

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