(Foto di Colleoni)
I FUNERALI. Nella Basilica di Gandino venerdì 5 dicembre l’ultimo saluto a Monsignor Luigi Bonazzi.
Gandino
«Il titolo di Nunzio apostolico evoca il compito fondamentale della Chiesa: l’annunzio del Vangelo» e proprio così «è stata la vita e il ministero del Vescovo Luigi, Nunzio apostolico in diverse nazioni». Lo ha sottolineato il Vescovo Francesco Beschi ricordando monsignor Luigi Bonazzi , mancato il 3 dicembre scorso, in occasione dei funerali, celebrati venerdì 5 dicembre nella basilica di Gandino, paese di cui era originario.
A concelebrare, in occasione dell’ultimo saluto all’Arcivescovo, altri nove Vescovi, tra cui due Nunzi apostolici – monsignor Giorgio Lingua e monsignor Gabriele Caccia –, e il prefetto del Dicastero per il Clero, il Cardinale Lazzaro You Heung-sik.
Come Nunzio, monsignor Bonazzi è stato «mandato dalla Chiesa per discernere, riconoscere, confermare, chiamare, alimentare la comunione», ha aggiunto il Vescovo, e per «alimentare la fedeltà al Vangelo vissuta in comunione con la Chiesa, che riconosce in Pietro e nei suoi successori il segno dell’unità».
Il vicario generale della Diocesi, monsignor Davide Pelucchi, ha ripercorso la vita del Nunzio apostolico. «Ha svolto tutto il suo servizio – ha detto – in 14 Paesi del mondo, servendo il Signore con fedeltà nella diplomazia vaticana». Gli insegnamenti fondamentali della sua vita, ha proseguito, li ha imparati «a scuola di un artigiano, suo padre Francesco, che faceva il falegname». In effetti, «i suoi 52 anni di ministero li ha vissuti come un artigiano, è stato un Nunzio artigiano di carità, unità e pazienza».
Al termine della celebrazione è stato letto un messaggio inviato dalla Segreteria di Stato vaticana, firmata dal Cardinale Pietro Parolin. Anche i nipoti hanno voluto affidare a un messaggio tutto il loro affetto verso monsignor Bonazzi: «Siamo infinitamente grati di aver avuto un così grande uomo di Dio vicino, ti ringraziamo per averci sempre accompagnati nel nostro cammino».
Affidato al parroco di Gandino, don Ferruccio Garghentini, il ricordo finale: «Conserviamo nel cuore le ultime omelie che tenne qui in basilica: la prima nella festa patronale, dove parlò in modo profondo della pace, e poi nella solennità dell’Assunta».
© RIPRODUZIONE RISERVATA