«Vegliata per 36 ore, mano nella mano»

IL DRAMMA. Delitto di La Spezia, la confessione di Alfredo Zenucchi, 57enne di Peia, al pm: da un mese lui e la moglie avevano progettato di togliersi la vita: «Eravamo stanchi di stare al mondo». Il 3 il primo tentativo, il 6 Rossella Cominotti è morta dissanguata.

Un racconto lucidissimo, una confessione messa a verbale in 7 pagine rilette con scrupolo da Alfredo Zenucchi, il 57enne di Peia che mercoledì scorso ha ucciso la moglie Rossella Cominotti, 53, tagliandole i polsi con un rasoio e poi l’ha vegliata per 36 ore prima di fuggire «per togliermi la vita schiantandomi in auto». In tre ore di interrogatorio – dalle 17 alle 20 – davanti al pm Elisa Loris, difeso dall’avvocato Alberto Rimmaudo di Massa Carrara, venerdì Zenucchi ha ripercorso tutti i movimenti fatti dalla coppia a partire dal 28 novembre, quando sono partiti dalla loro edicola di Bonemerse, in provincia di Cremona, per un «ultimo viaggio insieme». Volevano farla finita, e avevano escogitato diversi modi per farlo, ma i motivi non sono ancora ben chiari: in una lettera trovata nella stanza dell’«Antica Locanda Luigina» dove i due hanno alloggiato dal 1 dicembre, che sarebbe stata scritta da Rossella e firmata da Alfredo, si legge l’intenzione di uccidersi con il monossido di carbonio.

Leggi anche

Il dramma

A domanda del pm, Zenucchi ha risposto che erano stanchi di stare al mondo e da un mese avevano preso la decisione di farla finita insieme. Lui le aveva proposto di buttarsi da un dirupo in auto, ma lei non aveva voluto. Nessuno aveva capito la loro disperazione, e d’altra parte i due facevano una vita molto riservata, solo qualche chiacchiera con i clienti dell’edicola-cartolibreria che avevano rilevato da gennaio e un caffè al bar. Pochi amici a Cavatigozzi, dove vivevano. Entrambi, con un passato difficile alle spalle, avevano da tempo tagliato i rapporti con le famiglie.

Si erano conosciuti nel maggio 2021 in un bar di Cremona, dove lui faceva lavori di facchinaggio e trasloco per la cooperativa «Il Cerchio onlus». Poi lui si era trasferito a casa di lei. «La sera prima di partire avevano provato a tagliarsi gola e polsi con le lamette dei rasoi per parrucchieri, il lavoro che Rossella faceva ancora, a domicilio – racconta l’avvocato Rimmaudo – ma non ci sono riusciti. Così hanno deciso di chiudere l’edicola e partire per la Liguria, perché Rossella voleva vedere il mare. Si sono portati anche una bottiglia di prosecco per l’ultimo viaggio e 6-700 euro, che hanno speso quasi interamente. Hanno fatto tappa prima in un albergo di Pontremoli, poi a Lerici e a Tellaro, finchè il 2 sono arrivati alla locanda di Mattarana nello Spezzino. In quei giorni di viaggio hanno fatto uso di eroina, infatti nello zaino trovato in camera avevano tantissime siringhe nuove. Il 3 hanno deciso di togliersi la vita tagliandosi la gola e i polsi a vicenda. Hanno usato uno dei due rasoi da parrucchiera che lei aveva nella valigetta, si sono tagliati – lui aveva infatti due ferite ai lati del collo e sui polsi – ma non sono riusciti nel loro intento. Prima ancora avevano provato con le lame della forbice, hanno tolto la vite centrale e volevano colpirsi al cuore, ma non hanno avuto il coraggio.

Hanno passato altri due giorni in camera, il 5 lui è sceso al bar dell’albergo e ha preso bibite e brioches, mentre lei è rimasta in stanza perché non voleva mostrare i tagli. Il 6 alle 18 hanno riprovato con il rasoio, Zenucchi le ha tagliato i polsi e lei ha cominciato a perdere molto sangue. L’ha portata in bagno e poi l’ha adagiata sul letto, tamponando la ferita. È morta alle 22-22.30, lui ha cercato di tagliarsi i polsi ma non ci è riuscito. È rimasto accanto alla salma della moglie tenendole la mano fino a quando, l’8 mattina, ha preso il caffè al bar dell’albergo ed è salito in auto deciso a schiantarsi lungo un rettilineo. Lo hanno fermato prima i carabinieri.

Leggi anche

Quanto al movente, ha negato i motivi economici o di gelosia, e pure quelli legati a debiti per la droga: «L’edicola non andava benissimo ma non avevano grossi debiti – continua l’avvocato, che oggi andrà in carcere a Massa Carrara per incontrare il suo assistito – credo che di fondo ci sia una forte depressione di entrambi, e Zenucchi ha bisogno di aiuto dal punto di vista psicologico. Per evitare che possa mettere in atto gesti di autolesionismo è isolato e controllato. Mai un attimo di commozione durante l’interrogatorio, piuttosto era arrabbiato per non essere riuscito a togliersi la vita».

Lunedì l’interrogatorio di convalida

L’interrogatorio di convalida del fermo per omicidio volontario è fissato per lunedì alle 11,30 davanti al gip Dario Berrino, e martedì alle 12 il pm affiderà l’incarico per l’autopsia al medico legale Susanna Gamba: non è escluso che la difesa nomini un tecnico per l’esame.

© RIPRODUZIONE RISERVATA