
Volontariato / Bergamo Città
Sabato 27 Settembre 2025
Con «Vivere l’Abitare» il benessere al centro
LA NUOVA ASSOCIAZIONE. L’iniziativa ha visto la luce a Bergamo, dall’idea di sette donne con diverse competenze.
Una casa non è fatta solo di muri, ma anche e soprattutto delle relazioni che la abitano. Da questa convinzione ha preso vita, a Bergamo e nei mesi scorsi, una nuova associazione, Vivere l’Abitare. Presentata il 18 settembre, intende ricercare, sensibilizzare e sperimentare nuovi stili dell’abitare, capaci di mettere al centro il benessere, la qualità della vita e la coesione sociale.
L’iniziativa è nata dall’incontro di sette donne (Silvana Brembilla, Alessandra Morri, Daniela Letizia, Regina Barbò, Luisa Alessandra Archetti, Maria Teresa Azzola e Silvia Gasparini) con competenze e storie diverse, accomunate dall’impegno politico e sociale, e dalla volontà di immaginare nuovi modi di vivere insieme. «Abbiamo sentito l’urgenza di cercare risposte collettive, non solo individuali, a un bisogno di comunità che la pandemia ha reso ancora più evidente», spiega Brembilla, promotrice del progetto, vicepresidente e segretaria della neo associazione, insegnante in pensione ed ex coordinatrice di un centro socio educativo -. Crediamo che il cohousing sia più di una scelta abitativa: è un modo di abitare il mondo, fondato sulla condivisione, sul rispetto reciproco e sulla costruzione di comunità solidali». Accanto a lei, la presidente Alessandra Morri, architetta e oggi esperta in Psicologia architettonica e del paesaggio perché ha sentito «l’esigenza di ripartire da una progettazione più legata alla persona anziché concentrarsi solo sugli involucri, come ha fatto il mercato ultimamente». Non bastano dunque edifici efficienti: ciò che rende vivibile un luogo sono le relazioni.
Da qui e dalla domanda «Come abitiamo e come vogliamo abitare?» vuole ripartire l’associazione, non con soluzioni precostituite ma percorsi partecipati e in divenire: incontri, laboratori, momenti di confronto per immaginare insieme come abitare spazi comuni e come costruire «vicinati per scelta».
Ogni primo giovedì del mese la sede di via Baioni 20F, a Bergamo, sarà aperta al pubblico
L’obiettivo è dare forma a contesti complessi, inclusivi e intergenerazionali, capaci di accogliere anche anziani, famiglie, giovani, persone con disabilità e migranti, senza ghettizzazioni. Ogni primo giovedì del mese la sede di via Baioni 20F, a Bergamo, sarà aperta: un’occasione per confrontarsi, raccogliere bisogni, progettare idee. L’associazione si propone come promotrice di processi e coprogettazioni, in dialogo con i cittadini e i territori, affinché la casa torni a essere un luogo che custodisce libertà e relazioni, non soltanto uno spazio chiuso. «In un’epoca segnata dall’individualismo, dalle relazioni virtuali, dalla competizione, e dalla solitudine che riguarda molti anziani – conclude la fondatrice – vogliamo scommettere sulla forza dei legami e sulla fiducia reciproca». Detto anche diversamente, su «un abitare più umano e più dell’umano».
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