Cultura, educazione, povertà e salute: le idee del volontariato

I laboratori. Al lavoro 50 associazioni con la supervisione scientifica dell’Università degli Studi di Bergamo: occasione per operare insieme.

Bergamo Capitale italiana del volontariato 2022 non è stata solo eventi e iniziative, ma anche occasione per le associazioni del territorio di lavorare insieme su alcune questioni prioritarie che le interrogano in modo trasversale: cultura, educazione, povertà e salute. I quattro temi sono diventati oggetto di lavoro per altrettanti laboratori che hanno visto protagoniste cinquanta associazioni guidate dalla supervisione scientifica dell’Università degli Studi di Bergamo.

I lavori proposti

«Quando abbiamo costruito il percorso di quest’anno di Capitale del volontariato abbiamo pensato fin da subito che questa non dovesse solo essere un’occasione per celebrare il volontariato bergamasco, ma anche per mettere in dialogo mondo associativo e istituzioni intorno ad alcune tematiche – spiega Oscar Bianchi, presidente del Centro di servizio per il volontariato di Bergamo –. Questo perché siamo convinti che il volontariato abbia molto da dire sulle questioni proposte, perché ci lavora quotidianamente. E i contributi emersi dai quattro laboratori sono la dimostrazione che la nostra non è solo una convinzione».

Un lavoro che per l’Università si iscrive all’interno della Terza Missione, come spiega la prorettrice Elisabetta Bani: «La proficua collaborazione che si è realizzata tra Università, enti territoriali ed enti del Terzo settore in occasione dell’anno in cui Bergamo è stata Capitale del volontariato, si iscrive in modo esemplare in quella che si definisce “Terza missione” dell’Università. È tale infatti la messa a disposizione della società civile dei prodotti della ricerca e della didattica. I tavoli di lavoro, coordinati dai nostri docenti, sono stati l’occasione per valorizzare la ricerca che si sviluppa all’interno dell’Università e ha offerto ai nostri ricercatori nuovi spunti di indagine e di approfondimento sui temi trattati». I laboratori si sono svolti tra la primavera e l’estate e nella giornata di ieri hanno consegnato gli esiti prodotti alla città e alle istituzioni in un incontro pubblico allo Spazio Polaresco.

Il percorso con le istituzioni

A dialogare con le realtà associative sono state chiamate le istituzioni che in questi mesi hanno preso parte al percorso di Bergamo Capitale italiana del volontariato 2022: l’assessora alle Politiche sociali del Comune di Bergamo Marcella Messina, il vicepresidente della Fondazione della Comunità Bergamasca Giuseppe Guerini, l’assessora all’Istruzione del Comune di Bergamo Loredana Poli, il responsabile dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro della diocesi di Bergamo don Cristiano Re, la consigliera delegata alla Cultura della Provincia di Bergamo Romina Russo, il consigliere di Csvnet Ivan Nissoli, il direttore Uoc Integrazione dei processi assistenziali di Ats Bergamo Giuseppina Frigeni e il presidente di Csvnet Lombardia Filippo Viganò.

Fondamentale è stato il contributo dei docenti dell’Università degli Studi che hanno guidato il percorso e restituito in forma organizzata i pensieri e le suggestioni emerse dalle associazioni: Micol Pizzolati, Alberta Giorgi e Maria Francesca Murru per la cultura; Daniela Barni per l’educazione; Chiara Brambilla per la povertà; Roberto Lusardi per la salute.

Un’occasione per crescere

«La partnership tra Csv e Università è di lunga data, sono state svolte diverse ricerche insieme ed è anche stato co-progettato il corso di perfezionamento in Gestione degli enti del Terzo Settore che è ormai giunto alla sesta edizione - spiega la prorettrice Maria Francesca Sicilia -. La partnership nell’ambito della Capitale del volontariato ha rappresentato un’occasione per far evolvere questa collaborazione verso un modello in cui l’Università mette a disposizione le conoscenze dei propri docenti per facilitare processi di co-creazione di progettualità innovative con e per il territorio».

«Nell’ambito dei tavoli - aggiunge la prorettrice Sicilia - l’Università ha infatti svolto un ruolo attivo nella composizione degli stessi e nella messa a terra dei lavori, favorendo così lo sviluppo di un contesto generativo di idee che possono avere un elevato impatto sul territorio, e rappresentare uno dei lasciti di Bergamo, prima Capitale italiana del volontariato, alle future Capitali».

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