«Giovani per il mondo», un’estate diversa per 120 giovani

LE ESPERIENZE. Con la Caritas diocesana bergamasca e il Centro missionario diocesano tante vacanze alternative per avvicinare i giovani alla globalizzazione. Don Claudio Visconti di Bergamo: «È un modo per educare alla carità».

Albania, Kosovo, Bangladesh e Bolivia sono destinazioni insolite per le vacanze. Ma sono tanti i giovani bergamaschi che le scelgono come meta per trascorrere l’estate in modo forse non riposante ma intenso, facendo un’esperienza di vita vera, incontrando situazioni lontane, difficili. Un incontro capace di provocare una specie di terremoto e che fa tornare cambiati. Quest’anno partono con Caritas e Centro Missionario diocesano in tutto circa 120 ragazzi. L’iniziativa della Caritas diocesana, «Giovani per il mondo», come spiega il direttore don Claudio Visconti di Bergamo «quest’anno compie dieci anni, proprio nell’anno europeo del volontariato» e ha coinvolto in questo lungo periodo centinaia di giovani.

«Questi viaggi - prosegue don Claudio - hanno una forte valenza educativa ai valori della prossimità e li aiutano a capire cos’è la globalizzazione. I ragazzi ne sentono parlare, ma non hanno occasioni per fare esperienza diretta». Un altro aspetto importante: «Nei viaggi - sottolinea Giacomo Angeloni dell’Ufficio Pace della Caritas - i giovani incontrano Paesi dai quali vengono i migranti che vivono da noi. E l’incontro con la diversità aiuta a smantellare i pregiudizi». I percorsi della Caritas partono dalle emergenze: situazioni di particolare difficoltà (terremoti, alluvioni) sulle quali vengono attivati progetti ad hoc. «E per i giovani coinvolti -chiarisce Angeloni -, l’impegno non dura soltanto un’estate, ma si prolunga da febbraio a ottobre, e non riguarda solo il viaggio estivo, ma anche percorsi di formazione e impegno e poi testimonianze nelle comunità di origine, per esempio nei Cre degli oratori».

«Queste esperienze - sottolinea don Visconti - sono un segno e una testimonianza e vediamo che spesso le comunità parrocchiali ne fanno tesoro, portandole poi avanti in modo autonomo e personale». I gruppi quest’anno sono ormai tutti al completo, una

sessantina i giovani in partenza. Il primo va in Abruzzo, per un progetto legato alla ricostruzione dopo il terremoto dell’Aquila. E poi il Kosovo e l’Albania, alcuni ragazzi dell’oratorio di Costa di Mezzate affiancheranno a Scutari l’attività delle suore di Madre Teresa. Due gruppi sono diretti in Madagascar, in una zona di estrema povertà, e collaboreranno con i missionari monfortani. Un altro ancora si dedicherà a un centro di accoglienza per bambini con disabilità sull’isola di Nias in Indonesia. Altri partiranno per l’India, dove la Caritas di Bergamo lavora dal dicembre 2004 in progetti di ricostruzione dopo lo tsunami. I volontari andranno ad Arugulano, villaggio del distretto di Krishna, in Andra Pradesh, «così sperduto - spiega Giacomo - che è impossibile perfino rintracciarlo sulle carte», dove c’è una comunità di Suore Orsoline di Somasca al lavoro in una scuola pesantemente danneggiata dall’inondazione.

A luglio tutti i volontari di «Giovani per il mondo» riceveranno il mandato nel corso di una celebrazione al convento delle Clarisse di Boccaleone. Nella stessa occasione sarà presentato un volume con il racconto delle esperienze di questi primi dieci anni. Altrettanto denso e significativo il programma delle esperienze proposte ai giovani dal Centro missionario diocesano: anch’esso vanta ormai una lunga e consolidata tradizione. In partenza una sessantina di ragazzi, che affiancheranno per un mese durante l’estate i missionari bergamaschi. Un folto gruppo, di una ventina di persone, andrà in diverse località della missione diocesana in Bolivia. Un’altra pattuglia, alla quale si unirà anche il vescovo ausiliare emerito monsignor Lino Belotti, avrà come meta del viaggio il Perù in occasione del ventesimo anniversario della morte di don Sandro Dordi, che ricorre il 25 agosto. Altri ancora sono diretti in Bangladesh, Ecuador, Brasile e Mozambico. «Sono gruppi piccoli - spiega don Giambattista Boffi, direttore del Cmd -, in modo da potersi integrare bene nella vita quotidiana di una missione senza sconvolgerla». È il modo migliore per concretizzare un incontro con un testimone eccezionale di fede: «Così i giovani - osserva don Boffi - incontrano da vicino la povertà, una cultura diversa, un modo diverso di vivere la fede. Ma soprattutto incontrano le persone e quei testimoni straordinari che sono i missionari». Anche in questo caso il viaggio è solo il momento culminante di un percorso che diventa un’esperienza speciale e forte di vita ecclesiale. Ci sono infatti alcuni incontri di formazione e di condivisione, che incominciano a gennaio-febbraio, durante i quali i giovani hanno tra l’altro la possibilità di incontrare chi è partito negli anni precedenti e i missionari che si trovano a Bergamo. Molto ampio il ventaglio delle età e delle provenienze dei partecipanti: dai giovanissimi, dai diciotto ai vent’anni, fino ai più maturi trentenni. «Quest’anno - racconta don Boffi - c’è anche una coppia di fidanzati che hanno scelto di vivere così, in missione, il loro viaggio di nozze». Per i giovani che partono con il Cmd l’appuntamento con la celebrazione per la consegna del mandato è fissato per il 2 luglio alle 16 nella casa madre delle Suore delle Poverelle. A presiederla sarà il vicario generale monsignor Davide Pelucchi.

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