Volontariato / Bergamo Città
Giovedì 13 Novembre 2025
L’Arcobaleno, restituire dignità e fiducia a persone in condizioni fragili
LA STORIA. L’associazione nata nel 2022. Gli Orti solidali dell’Azzanella, un luogo recuperato dal degrado dove oggi «la giustizia non è quella di una sentenza».
Nel deserto, dove tutto sembra inerte, capita di scorgere piccoli e sparpagliati arbusti. È il segno che, da qualche parte, scorre una linfa invisibile. Che, nonostante la sabbia e l’arsura, da qualche parte ci sono gocce di acqua e di vita. Ma è necessario trovarle e saperle incanalare. Cantano questa meravigliosa sfida gli Orti solidali dell’Azzanella.
L’associazione L’Arcobaleno
Lo pensa fortemente Adele Donini, presidente dell’associazione L’Arcobaleno odv dal 2022, che con questa immagine racconta il senso profondo di un progetto che da anni restituisce dignità, fiducia e futuro a persone in situazione di fragilità. In un’area di Colognola, un tempo segnata dal degrado e dall’incuria, oggi si coltivano ortaggi, fiori e soprattutto relazioni. Sei serre, filari ordinati, mani che scavano nella terra con rispetto e impegno: è qui che si incontrano settimanalmente, in un’esperienza che unisce responsabilità e umanità, una ventina di volontari e una quindicina di persone per le quali il Tribunale ha accolto la sospensione del procedimento con la messa alla prova in attività socialmente utili.
«Ascolto senza giudizio»
«In questi orti - spiega la presidente - i confini sono come dilatati da una giustizia che non è quella di una sentenza. Qui vige una giustizia umana che accoglie, ascolta senza giudizio o superiorità, che restituisce possibilità alle persone che desiderano riscoprirsi». Dal 2017 l’associazione è attivamente impegnata nella riqualificazione dell’area verde grazie a una convenzione con il Comune di Bergamo e l’Ufficio esecuzione penale esterna del Tribunale di Bergamo. Da terreno incolto, questo fazzoletto di terra, situato a poche centinaia di metri dall’autostrada, è diventato un luogo di convivenza e di speranza, dove la semina segue il ritmo delle stagioni e delle storie personali.
E c’è chi torna
Alcuni tornano anche dopo aver concluso il proprio percorso. «È la cosa più bella: vedere che restano, perché sentono di appartenere a qualcosa e hanno voglia di continuare a spendersi», afferma Donini. La terra, simbolo di forza e fragilità allo stesso tempo, diventa così un modo per riconciliarsi con se stessi e gli altri. Li trasforma: chi arriva con la fatica, riparte con la gratitudine.
Creare una rete di aiuto
L’associazione nasce informalmente nel 1996 dall’incontro di Graziella Vavassori con alcune donne e famiglie kosovare e marocchine da poco arrivate a Bergamo e la decisione di impegnarsi per creare una rete di aiuto per sostenere, concretamente e nel quotidiano, il loro inserimento. Partita con la scuola di alfabetizzazione per stranieri nell’oratorio di Colognola, nel tempo l’associazione ha ampliato il suo raggio d’azione (la sede legale ora è a Gorle e quella operativa a Celadina), arrivando a occuparsi del sostegno educativo ma anche di quello più materiale tramite, ad esempio, la distribuzione di pacchi alimentari. Oggi L’Arcobaleno è «un ecosistema di relazioni, in cui ogni persona trova spazio per esprimere i propri desideri e bisogni». Il gruppo continua a offrire sostegno alle famiglie, ai ragazzi e agli adulti, credendo nella forza delle relazioni.
Momenti di festa e riflessione
E all’interno di questo ecosistema fatto di «tante sfaccettature», che si amplia l’accoglienza di persone messe alla prova («Alcune partecipano al servizio scolastico, mettendo così a frutto le loro risorse», prosegue), così come il progetto degli orti. I ragazzi delle scuole ma anche le famiglie del luogo, ad esempio, partecipano a momenti di festa e riflessione, imparando che il frutto della terra può diventare «gesto di incontro e responsabilità»: «Vogliamo che il raccolto non resti solo un fatto agricolo – dice Donini – ma diventi simbolo di un legame, di un dono». In fondo si condivide un fiore, un germoglio o un pomodoro, per condividere la possibilità di crescere insieme.
© RIPRODUZIONE RISERVATA