Strage di via Palestro, sospettata una bergamasca di 57 anni

C’è una novità sulla strage di via Palestro, a Milano, del 1993. Una donna di 57 anni, R. B., residente in provincia di Bergamo, è sospettata di aver parcheggiato la Fiat Uno carica di tritolo in via Palestro nella notte tra il 27 e 28 luglio 1993.

La donna è indagata per le stragi di mafia del 1993, le bombe di Firenze, Roma e Milano tra maggio e luglio del ’93. È sospettata di aver guidato la macchina carica di tritolo fino in via Palestro, vicino al padiglione di Arte contemporanea: un’esplosione che provocò la morte di tre vigili del fuoco, un agente della polizia municipale e un uomo di origine marocchina.

La donna risiede ad Albano Sant’Alessandro e nella giornata di mercoledì 2 marzo sono state effettuate le perquisizioni del suo appartamento da parte dei Carabinieri del Ros su ordine della Procura dì Firenze che sta indagando sui fatti di terrorismo.

Le indagini

Nell’ambito delle indagini sulle stragi mafiose del biennio 1993-1994, condotte dalla Dda di Firenze, i carabinieri del Ros fiorentino hanno quindi eseguito un decreto di perquisizione, ispezione e sequestro nei confronti della donna che, secondo quanto emerso, gli inquirenti ipotizzano essere coinvolta nell’esecuzione materiale dell’attentato del 27 luglio 1993 compiuto in via Palestro a Milano, in concorso con appartenenti a Cosa nostra già condannati in via definitiva. La donna, sempre secondo quanto spiegato, avrebbe avuto funzioni di autista dell’autobomba.

All’epoca si parlò di «misteriosa biondina»

Secondo quanto emerso, due testimoni oculari dell’attentato di via Palestro riferirono di aver notato una donna di circa trent’anni guidare l’auto imbottita di esplosivo fino a via Palestro. All’epoca si parlò di «misteriosa biondina». Alcuni mesi dopo, nel settembre del 1993, durante una perquisizione effettuata in un villino ad Alcamo nell’ambito delle indagini sulle stragi - che portò al sequestro di numerose armi-, fu trovata in un volume di enciclopedia la foto di una donna, molto simile all’identikit elaborato sulla base dei racconti dei testimoni di via Palestro.

Nel settembre del 1993, durante una perquisizione effettuata in un villino ad Alcamo nell’ambito delle indagini sulle stragi - che portò al sequestro di numerose armi -, fu trovata in un volume di enciclopedia la foto di una donna, molto simile all’identikit elaborato sulla base dei racconti dei testimoni di via Palestro.

La tecnologia per la comparazione dei volti

A distanza di 28 anni, le nuove tecnologie per la comparazione dei volti a disposizione degli investigatori avrebbero permesso di identificare la foto ritrovata ad Alcamo con una foto segnaletica della donna ora perquisita, risalente al 1992.

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