Giudei, romani e lanterne: la Passione rivive fra riti e tradizione

Valle Seriana Dopo due anni di stop per la pandemia tornano venerdì 15 aprile le rappresentazioni di Vertova e Gromo. Le processioni con i simulacri dei Fantoni.

Dopo due anni di silenzio, sarà il silenzio ad avvolgere il ritorno di due tra le processioni del Venerdì Santo più suggestive della Lombardia e non solo. Due manifestazioni, quelle di Vertova e di Gromo, in Valle Seriana, che appartengono alla drammaturgia popolare e al teatro sacro e richiamano ogni anno – esclusi appunto il 2020 e 2021 – centinaia di spettatori e fedeli. Al centro della scena, in entrambe le location, due opere dei Fantoni: a Vertova, venerdì 15 aprile alle 20, la statua in legno del Cristo con le braccia snodabili scolpita da Andrea Fantoni nel 1725 e il Cristo morto di Grazioso Fantoni il giovane a Gromo (alle 21).

Dal XVII secolo

Ma se nel paese dell’alta valle il corteo si snoda intorno alla scultura portata dai trentatreenni, tra due ali di folla, è a Vertova che l’azione scenica si tramanda dal XVII secolo grazie a una quarantina di figuranti in costume. E la presenza, oltre che del Cristo deposto dalla croce e adagiato sulla lettiga, anche del Cristo vivo che trascina «ol crusù», vestito col saio rosso, il volto coperto da un cappuccio e i piedi nudi, proprio come il cireneo che l’accompagna. Una processione dal forte impatto emotivo.

In alta valle

Anche Gromo si prepara a riaccogliere, dopo due anni di stop, la processione del Venerdì Santo, rito molto seguito, da tantissime persone. Il corteo con la statua del Cristo morto, preziosa opera lignea del rovettese Grazioso Fantoni il giovane, portata dai trentatreenni, si avvierà dalla chiesa parrocchiale dedicata ai santi Giacomo e Vincenzo, verso piazza Dante, cuore del borgo medievale.

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