Lo dice subito che non parla bene italiano, ma vive nel cuore di Bergamo. Sheghi è il suo nome e in iraniano vuol dire «papavero» che è anche il nome del suo bar, aperto nella città in cui si è trasferita. «Nel gennaio del 2012 sono arrivata in Italia per fare un master in Finanza internazionale a Milano, ma non ero felice - racconta -. Sono arrivata a Bergamo e ora sono qui da 5 anni. Ne sono ancora innamorata: è bellissima, ben posizionata, internazionale; vicina a mare e montagne». L’apertura del suo locale è l’anno successivo: «Sono in una zona magica, in via Pignolo arrivano persone da tutta Bergamo ma anche da tutto il mondo» racconta. Aprire un locale è stata una casualità: «Mi ha consigliato un amico perchè cucino bene». Era il agosto 2013: «Qui la gente si sente un po’ di casa, si fa amicizia, il clima è familiare. Inizio la mattina preparando la colazione a gente di tutto il mondo e vado avanti così fino alla sera». Poi ride: «Parlo in inglese ma c’è chi vuole che parli italiano». E il marito? «È bergamasco: l’ho conosciuto all’inaugurazione proprio del mio locale». Qui Sheghi cucina italiano, «ma soprattutto iraniano: normalmente il venerdì organizzo l’aperitivo iraniano e faccio anche un corso di cucina, ogni lunedì». Un corso nato dal fatto che ha sempre cucinato senza ricetta: «Ora preparo e mi appunto tutto: il mio sogno è di scrivere un libro: lo ambineterò a Bergamo, proprio in via Pignolo, con protagoniste le tante persone che ho conosciuto in questi anni». E tra gli obiettivo anche quello di imparare meglio l’italiano: «Poi c’è il dialetto: Mio marito ogni tanto lo parla: non lo so, ma lo capisco». E si corregge: «Anzi, una parola la so usare: è “pota”».