Nel silenzio delle botteghe, tra profumo di cuoio e suole in riparazione, il mestiere del calzolaio bergamasco continua a raccontare una storia antica. Ma i numeri, oggi, parlano anche di fragilità: nel 2015 i titolari erano 91, nel 2025 sono 62. In dieci anni, quasi un terzo delle botteghe ha abbassato la serranda.A Bergamo città si è passati da 19 a 16 attività, mentre nei paesi della provincia il calo si fa sentire ancora di più. Il polo cittadino resta il cuore pulsante con 27 laboratori, seguito da Treviglio (12) e dai piccoli presìdi artigiani di Albino, Calusco, Clusone, Grumello, Romano e Zogno.Dietro quei banconi lavorano artigiani sempre più maturi: l'età media sfiora i 56 anni. Lo sa bene Luigi Zanchi classe 1947 che fa questo mestere da oltre 50 anni .Un mesitiere prevalentemente al maschile quello del calzolaio .Le donne, sei in tutta la provincia, portano però uno sguardo nuovo, creativo.Oggi la sfida è il futuro: servono giovani, formazione, curiosità. Perché il calzolaio non è solo chi ripara le scarpe, ma chi tiene insieme le storie, i passi, e un modo di lavorare che profuma ancora di umanità e pazienza.IL servizio di Paola Abrate e Yuri Colleoni
Nel silenzio delle botteghe, tra profumo di cuoio e suole in riparazione, il mestiere del calzolaio bergamasco continua a raccontare una storia antica. Ma i numeri, oggi, parlano anche di fragilità: nel 2015 i titolari erano 91, nel 2025 sono 62. In dieci anni, quasi un terzo delle botteghe ha abbassato la serranda.A Bergamo città si è passati da 19 a 16 attività, mentre nei paesi della provincia il calo si fa sentire ancora di più. Il polo cittadino resta il cuore pulsante con 27 laboratori, seguito da Treviglio (12) e dai piccoli presìdi artigiani di Albino, Calusco, Clusone, Grumello, Romano e Zogno.Dietro quei banconi lavorano artigiani sempre più maturi: l'età media sfiora i 56 anni. Lo sa bene Luigi Zanchi classe 1947 che fa questo mestere da oltre 50 anni .Un mesitiere prevalentemente al maschile quello del calzolaio .Le donne, sei in tutta la provincia, portano però uno sguardo nuovo, creativo.Oggi la sfida è il futuro: servono giovani, formazione, curiosità. Perché il calzolaio non è solo chi ripara le scarpe, ma chi tiene insieme le storie, i passi, e un modo di lavorare che profuma ancora di umanità e pazienza.IL servizio di Paola Abrate e Yuri Colleoni