Tre imprenditori della Bassa, residenti a Romano di Lombardia e Cortenuova, sono finiti in manette con l'accusa di aver procurato un grave dissesto alla Cortedil srl, società di costruzioni dichiarata fallita nel 2011 dal Tribunale di Bergamo. Una serie di operazioni fraudolente per oltre 1 milione e settecentomila euro, compiute dal titolare e dal socio in danno alla società fallita. Tra queste, una cessione di ramo d'azienda in favore di un'altra società, facente sempre capo agli stessi imprenditori, per la quale tuttavia non vi fu alcun introito nelle casse della fallita. Non solo, è stata accertata anche la sottrazione di attrezzature, materiale edile ed attività di cantiere anche a favore di un'altra azienda, sempre riferibile agli stessi imprenditori, grazie a cessioni fittizie saldate mediante false compensazioni di debiti e crediti, predisposti ad arte dagli indagati. L'irrimediabile crisi aziendale della Cortedil Srl è stata causata anche da ingiustificati prelievi di denaro dai conti societari e dal mancato recupero di crediti vantati dalla fallita, che invece sono stati dirottati a favore delle altre società del gruppo. L'amministratore della fallita Cortedil, nel tentativo di sfuggire alle pretese dei creditori, è accusato inoltre di aver trasferito la titolarità dell'azienda e le quote societarie ad un altro imprenditore, il quale ha continuato a dissipare le restanti risorse aziendali e sottratto documentazione contabile, fino al definitivo fallimento dell'azienda. I tre arrestati, due di Romando Lombardia e uno di Cortenuova, tutti fra i 60 e i 65 anni, sono stati condotti nel carcere di Bergamo. Dovranno spiegare perchè hanno fatto fallire un'azienda, lasciando un grosso debito nei confronti di numerosi creditori, continuando però ad operare con altre società create ad hoc.
Tre imprenditori della Bassa, residenti a Romano di Lombardia e Cortenuova, sono finiti in manette con l'accusa di aver procurato un grave dissesto alla Cortedil srl, società di costruzioni dichiarata fallita nel 2011 dal Tribunale di Bergamo. Una serie di operazioni fraudolente per oltre 1 milione e settecentomila euro, compiute dal titolare e dal socio in danno alla società fallita. Tra queste, una cessione di ramo d'azienda in favore di un'altra società, facente sempre capo agli stessi imprenditori, per la quale tuttavia non vi fu alcun introito nelle casse della fallita. Non solo, è stata accertata anche la sottrazione di attrezzature, materiale edile ed attività di cantiere anche a favore di un'altra azienda, sempre riferibile agli stessi imprenditori, grazie a cessioni fittizie saldate mediante false compensazioni di debiti e crediti, predisposti ad arte dagli indagati. L'irrimediabile crisi aziendale della Cortedil Srl è stata causata anche da ingiustificati prelievi di denaro dai conti societari e dal mancato recupero di crediti vantati dalla fallita, che invece sono stati dirottati a favore delle altre società del gruppo. L'amministratore della fallita Cortedil, nel tentativo di sfuggire alle pretese dei creditori, è accusato inoltre di aver trasferito la titolarità dell'azienda e le quote societarie ad un altro imprenditore, il quale ha continuato a dissipare le restanti risorse aziendali e sottratto documentazione contabile, fino al definitivo fallimento dell'azienda. I tre arrestati, due di Romando Lombardia e uno di Cortenuova, tutti fra i 60 e i 65 anni, sono stati condotti nel carcere di Bergamo. Dovranno spiegare perchè hanno fatto fallire un'azienda, lasciando un grosso debito nei confronti di numerosi creditori, continuando però ad operare con altre società create ad hoc.