Il vescovo all'assemblea diocesana
«La Chiesa protegga le famiglie»

Ma se la famiglia è un bene prezioso, se la famiglia è il nucleo fondamentale della Chiesa, come della società, allora la Chiesa deve aiutarla, deve proteggerla. Deve accoglierla. A cominciare dalle famiglie giovani, le famiglie con bambini piccoli, le famiglie impegnate a costruire le fondamenta del loro futuro. In mezzo a mille difficoltà, interiori ed esterne. Famiglie giovani che nel mettere al mondo il primo figlio si imbattono nella grandezza del generare la vita.

Le giovani famiglie, il rapporto della parrocchie con questi nuclei, è il tema del programma pastorale della Diocesi di Bergamo che venerdì 17 settembre è stato presentato durante l'assemblea diocesana in Seminario, davanti a 1200 persone arrivate da tutta la provincia. Alcuni preti, una manciata di suore e tanti, tanti laici.

L'assemblea era cominciata con il benvenuto del vicario generale, monsignor Davide Pelucchi e con un momento di preghiera. È stato ricordato monsignor Roberto Amadei e l'assemblea ha pregato anche con le parole scritte dallo stesso vescovo Roberto. Il presidente dell'assemblea, Natale Merelli (ex direttore del consultorio familiare Scarpellini), ha introdotto l'incontro puntando l'attenzione sulla fragilità, sull'individualismo e quindi sulle difficoltà, sull'isolamento anche sociale di tante famiglie. Ma, ha sottolineato, «Le famiglie sono un investimento ad alto rendimento» e quanto mai importante è la scelta della diocesi di impegnarsi in particolare per le giovani famiglie.

Ha preso poi la parola il vescovo Francesco Beschi che ha diviso il suo intervento in due parti, all'inizio e alla fine dell'assemblea. «Questa non è semplicemente un'assemblea molto partecipata, ma è un evento della Chiesa, è un evento spirituale, della Fede». Nella seconda parte il vescovo ha rivolto un appello ai fedeli bergamaschi: «In questo anno e mezzo ho percorso la Diocesi, ho visitato tutti i vicariati e ho cominciato la seconda tornata di visite per approfondire la conoscenza. Mi sono reso conto della ricchezza inesauribile della nostra Chiesa e voglio rivolgere a me e a voi un appello: dobbiamo custodire questo tesoro vivente che non è un tesoro di pietre preziose che si tengono in uno scrigno. Rivolgo a me e a voi un appello di fedeltà verso la ricchezza della nostra Chiesa. C'è un solo modo per essere fedeli: continuare a camminare, ad andare avanti».

Il vescovo ha poi letto un messaggio del Santo Padre, un messaggio arrivato venerdì 17 alle diocesi in cui si informa che la prossima Settimana mondiale della Famiglia si svolgerà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno 2012 (la precedente si svolse a Città del Messico nel 2009). Tema della manifestazione sarà: «La famiglia, il lavoro, la festa». Il vescovo ha informato che la diocesi di Bergamo sarà chiamata a collaborare con la Chiesa di Milano nella realizzazione dell'evento, anche sul piano pratico (per esempio nell'ospitare le famiglie che arriveranno da tutto il mondo).

Su invito del Santo Padre, il vescovo ha informato inoltre che si terrà a Bergamo una «Veglia della vita nascente». E poi il vescovo è entrato nel tema della discussione, ha parlato delle giovani famiglie, dell'impegno della Chiesa per loro. Ha detto che «L'esperienza universale del figlio è una meraviglia e un mistero che ci provoca. Un'autentica grazia. Qualcosa che trasforma in maniera radicale la vita, non soltanto per una questione di ruolo... Da questo meraviglioso dono dobbiamo partire perché la comunità cristiana diventi sempre più comunità cristiana».

Ritorno alla condivisione, alla solidarietà. «Una comunità di cristiani che vive, tentando ogni giorno di incarnare il Vangelo di Gesù, è assolutamente coinvolta in questa meraviglia, in questa umanità che Gesù stesso ha attraversato: Lui, il Figlio eterno del Padre, è diventato figlio dell'uomo facendosi piccolo nel grembo di una donna, madre, Maria». Il vescovo ha poi dato delle indicazioni concrete e semplici: bisogna creare condizioni reali perché i genitori possano stare maggiormente con i figli; la nascita di un figlio non deve diventare alibi per trascurare la vita di coppia; la riscoperta da parte delle famiglie di gesti semplici come il Segno della Croce, le preghiere più conosciute, il valore di tenere in casa un'immagine sacra, la partecipazione alla Messa della domenica.
Paolo Aresi

© RIPRODUZIONE RISERVATA