Pedemontana, il direttore generale
spiega il tracciato dell'autostrada

Conosce la Pedemontana metro per metro, da quando ancora si chiamava Pedegronda: ne seguiva l'evolversi al Pirellone. Oggi è direttore generale di Autostrada Pedemontana lombarda: parla Umberto Regalia che conosce quei 67 chilometri come le sue tasche.

La conosce metro per metro se non dalle origini poco ci manca, da quando ancora si chiamava Pedegronda e ne seguiva l'evolversi al Pirellone come dirigente del Settore infrastrutture. Oggi che è direttore generale di Autostrada Pedemontana lombarda, Umberto Regalia quei 67 chilometri di autostrada li conosce come le sue tasche.

Quel tracciato l'ha già percorso migliaia di volte, fermandosi anche lì dove l'autostrada arriva in Bergamasca, innestandosi sull'A4, all'altezza di Osio Sotto.

L'Eco di Bergamo del 4 novembre pubblica una lunga intervista a Regalia, eccone una parte

Parliamo dello svincolo? Ha fatto discutere, ma avete messo d'accordo i comuni bergamaschi...
«Alla fine del 2008 si stava chiudendo il progetto definitivo e restava da risolvere il problema dello svincolo con l'A4. C'erano una serie di prescrizioni contrastanti del Cipe che chiedevano di diminuirne l'impatto nell'area, di ottimizzare il rapporto con il Bosco dell'Itala, di evitare la parte residenziale che affaccia sul Brembo. Con i Comuni bergamaschi (Brembate, Bottanuco, Capriate, Filago e Osio Sotto) si è arrivati alla definizione di un progetto che impattasse meno rispetto a prima. Prima la strada passava radente le ultime fasce di villette di Brembate, attraversava il Brembo e lo svincolo finiva sotto il Bosco dell'Itala. Restava quindi un triangolone di verde, chiuso tra due autostrade, assolutamente non fruibile».

Da qui il cambio di rotta. Non indolore...
«La logica è stata quella di ridurre al minimo l'impatto su opere, persone e Bosco dell'Itala. Si è arrivati allo svincolo attuale più compatto rispetto al passato con passaggio sul Brembo, la strada attaccata all'A4 che prende il posto di due aziende, Italtende e Plastocap, di fronte alla Bayer. Consumare per consumare siamo andati a prendere dove si fa minor danno ambientale».

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