Travolto dalla valanga al Curò
È morto il muratore di Parre

Andrea Imberti, il 43enne di Parre rimasto sepolto per quattro ore sotto una valanga domenica lungo il sentiero per il Curò, è morto mercoledì, 24 novembre, nel reparto di Anestesia 2 degli Ospedali Riuniti di Bergamo.

Andrea Imberti, il 43enne di Parre rimasto sepolto per quattro ore sotto una valanga domenica lungo il sentiero per il Curò, è morto mercoledì, 24 novembre, nel reparto di Anestesia 2 degli Ospedali Riuniti di Bergamo.

Qui era stato ricoverato, in coma, dopo che il suo cuore, in arresto sotto lo strato di neve a causa dell'ipotermia, aveva ripreso a battere grazie ai soccorritori. Il fisico aveva reagito positivamente alla procedura di riscaldamento extracorporeo del sangue, che aveva riportato la sua temperatura da 24 a 35 gradi centigradi.

Il freddo però, nelle lunghe ore passate al gelo, aveva evidentemente causato danni agli altri organi: i reni, i polmoni e soprattutto il cervello, a causa della prolungata mancanza di ossigeno sotto lo strato della valanga. La morte è avvenuta intorno alle 10 del mattino per danni irreversibili al cervello. Secondo quanto previsto dalla legge è scattato un periodo di osservazione di sei ore, durante il quale si è verificata l'assenza di attività cerebrale. Le conferma della morte si è quindi avuta intorno alle 16.

Andrea Imberti lavorava come muratore assieme al figlio ventenne, mentre in passato aveva lavorato nel settore degli intonaci. La figlia lavora a Parre come parrucchiera. La famiglia Imberti vive in una casa isolata appena fuori dal centro abitato del paese, in una località chiamata Rocol.

Imberti era sempre stato appassionato di montagna e spesso faceva escursioni. Domenica mattina, assieme a due amici, aveva deciso di incamminarsi verso il rifugio Curò, sopra Valbondione, ma le critiche condizioni del tempo avevano spinto i tre a fare dietrofront. Poco dopo era scesa una valanga, che ave travolto Andrea Imberti, ritrovato dopo 4 ore.

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